I soldi sarebbero già disponibili. E la Gelmini prova a spenderli subito per incassare sul campo un altro risultato. È la riforma della carriera docenti o, se si preferisce, del merito, che per il 2010 potrebbe contare su una torta di circa 305 milioni di euro freschi da destinare agli insegnanti e 105 mila ad ausiliari, tecnici e amministrativi. Che diventano nel 2012 (secondo la scaletta indicata nella relazione tecnica allegata al decreto legge 112/2008) rispettivamente 638 milioni e 317 milioni di euro. Per non annacquare l’operazione, disperdendola nei rivoli di aumenti più o meno a pioggia, l’ultima ipotesi a cui si sta lavorando, a un apposito tavolo di viale Trastevere, è quella di un premio di fine anno, una sorta di 14esima mensilità, di circa 3 mila euro a insegnante.
Si tratta di utilizzare quella quota parte -il 30%- delle economie realizzate attraverso i tagli agli organici e alle sedi scolastiche che lo stesso decreto 112, la prima manovra Tremonti del governo Berlusconi IV, prevede sia reinvestita sul personale per incentivarne il merito. Il Tesoro, secondo quanto trapela da fonti ministeriali, sarebbe pronto a certificare che nel 2009/2010 i risparmi previsti sono stati conseguiti. E dunque vi sarebbero gli estremi finanziari per procedere. Il problema è che con 300 milioni di euro per i soli docenti -la partita più interessante per consistenza e risvolti anche mediatici- è necessario fare una selezione molto dura, visto che i potenziali interessati sarebbero 780 mila. Per dare un riconoscimento consistente in busta paga, l’ordine di grandezza dovrebbe aggirarsi, questo è il ragionamento, almeno sui 3 mila euro lordi l’anno. E per evitare di parcellizzarlo, ecco allora spuntare l’ipotesi di un’unica tranche, una sorta di premio di fine anno che somiglia assai, visto che verrebbe parametrato sullo stipendio in godimento, a una 14esima. Con un premio a testa di 3 mila euro, si potrebbe soddisfare una platea di 100 mila docenti, che arriverebbero a 120 mila considerando che anche i giovani insegnanti di prima fascia retributiva potrebbero concorrere utilmente. In percentuale, i premiati sarebbero circa il 15%, meno di quel 25% di prima fascia previsto dalla riforma Brunetta. Ed è proprio quest’ultima una delle chiavi di volta giuridiche dell’operazione, giacché prevede per la scuola un decreto legislativo di recepimento. Nel provvedimento potrebbero essere date le indicazioni per lo sviluppo degli incentivi e dunque per l’articolazione della carriera docenti. Si eviterebbe così di dover passare, con un disegno di legge ad hoc, attraverso le forche caudine del parlamento, dove tra Lega e Pdl abbondano posizioni divergenti. L’ipotesi del decreto legislativo non eviterebbe comunque alla Gelmini di affrontare il tavolo contrattuale, dove i criteri dovrebbero poi essere recepiti e attuati. Per bypassare completamente i sindacati, l’unica sarebbe una legge ad hoc sugli avanzamenti di carriera, una strada più diretta ma anche più faticosa per le prevedibili contestazioni di piazza. Il percorso non sarà facile.
ItaliaOggi 04.05.10