"In ogni prima due studenti in più", di Francesca Barbieri e Chiara Bussi
Meno classi, ma più affollate. Ma anche meno tempo da passare sui banchi. Sono queste le uniche certezze dei presidi alle prese con il rompicapo della riforma delle scuole superiori che parte a settembre. Archiviata la partita delle iscrizioni per le famiglie dei circa 550mila ragazzi di terza media, ora la palla passa nel campo dei dirigenti: solo cinque mesi di tempo per incastrare tutti i tasselli mancanti del puzzle della riforma approvata a metà marzo e non ancora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale (almeno fino a giovedi scorso). L`agenda è fitta: bisogna definire i nuovi programmi sulla base della riduzione dell`orario, scegliere i libri di testo e distribuire le cattedre, garantendo la qualità dell`insegnamento. Non nasconde la sua preoccupazione Roberto Tripodi, preside dell`Iti Volta di Palermo, che riassume i nodi ancora da sciogliere: «Il primo problema è l`aumento del numero minimo di alunni, poi bisogna pensare all`orario, che per quanto ci riguarda passerà da 36 a 32 ore, e rischia di penalizzare le ore di laboratorio: un vero e proprio terremoto, insomma, non ci sono …