L’occupazione continua a scendere, e questa non è una novità. Ma nel mese di aprile che si è appena concluso è tornata a farsi notare l’inflazione, che in Italia ha toccato i livelli massimi da oltre un anno, in linea con il rialzo registrato in tutto il Vecchio Continente da Eurostat.
I dati sul mercato del lavoro si riferiscono invece a marzo, ed evidenziano sia un incremento del tasso di disoccupazione, sia un ulteriore calo del numero degli occupati complessivi. Il primo indicatore ha toccato l’8,8 per cento, con un aumento di due decimali rispetto al mese di febbraio; nel marzo del 2009 era al 7,8. In cifra assoluta il numero delle persone in cerca di occupazione è arrivato a quota due milioni e 194 mila.
Come ricorda spesso il ministro del Lavoro Sacconi, la disoccupazione in Italia resta al di sotto della media europea, che è del 10 nell’area euro e del 9,6 nel complesso dell’Europa a 27.
Il nostro Paese però fa decisamente peggio dell’Europa per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, che nel nostro Paese è al 27,7 contro il 19,9 per cento di Eurolandia. A marzo c’è stato un leggero miglioramento rispetto al 28,2 del mese precedente, che però non cambia di molto la situazione.
Il numero degli occupati è sceso invece a 22 milioni e 753 mila: sono 48 mila in meno rispetto al mese di febbraio e 367 mila in meno rispetto al marzo del 2009. Il calo mensile è stato stavolta più accentuato tra le donne, con una perdita di 34.000 unità, che tra gli uomini.
Sul fronte dell’inflazione, il mese di aprile è stato il più caldo dal febbraio dello scorso anno: l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) ha avuto una variazione mensile dello 0,4 per cento, ed un incremento annuale dell’1,5 (a marzo era stato dell’1,4). Il livello è analogo a quello medio europeo. A trascinare questo surriscaldamento sono ancora i prodotti energetici, aumentati dell’1,5 su base mensile e del 4,6 rispetto allo scorso anno. Comprensibili quindi gli incrementi del capitolo trasporti (+1,2 rispetto a marzo e + 5,4 rispetto al marzo scorso) mentre una mano al rialzo complessivo l’hanno data anche alberghi e ristoranti, il cui indice ha avuto in particolare uno scatto piuttosto marcato (+1,1 per cento) su base mensile.
Stabile invece l’andamento degli alimentari, che anzi su base annua hanno registrato una piccola flessione (-0,1 per cento). Accentuato in particolare il calo di frutta e verdura, del latte e della pasta.
Il pur limitato risveglio dell’inflazione ha provocato reazioni preoccupate dei sindacati. «Dobbiamo ricominciare a stare attenti» ha detto il numero uno della Cgil Epifani, che teme il ritorno di «logiche speculative». Per il segretario della Cisl Bonanni, l’incremento dei prezzi del mese di marzo «non è una buona notizia, in assenza di crescita dei consumi, è sintomo che c’è malessere».
Il Messaggero 01.05.10