"E da Torino a Palermo scatta la protesta nelle Università", di Anna Maria Sersale
Genova, Torino, Roma, Palermo, da un ateneo all’altro rimbalza la protesta dei ricercatori universitari. “Abbiamo votato all’unanimità l’astensione dall’attività didattica – afferma Marco Merafina, il coordinatore nazionale – La riforma in discussione in Parlamento non ci riconosce lo stato giuridico di docenti, perciò dal prossimo anno accademico ci rifiuteremo di fare lezione. Solo i nuovi ricercatori, che ora hanno il contratto “a tempo”, se confermati potranno diventare associati. Per noi c’è il blocco di carriera, ma non abbiamo alcuna intenzione di andare in estinzione come i dinosauri”. Merafina sostiene che “migliaia di ricercatori rischiano di restare su un binario morto perché esclusi dalla possibilità di diventare docenti, pur avendo supplito per anni alle carenze degli atenei”. Un problema che il governo sembra voler risolvere con una modifica del ddl che ora è all’esame della Commissione cultura in Senato. “La modifica, comunque, escluderà ogni forma di ope legis – spiega il relatore della riforma, il senatore Giuseppe Valditara – Il nodo deve essere sciolto, perché la disparità è ingiusta. Però deve essere chiaro che non può …