"Università in rivolta. L’alleanza dei precari. da Firenze a Siena", di Silvia Casagrande
Atenei a rischio paralisi. Sempre più ricercatori stanno aderendo alla mobilitazione contro il disegno di legge Gelmini di riforma universitaria e se decidessero di incrociare le braccia tutti (in Toscana sono 2.010, tra ordinari e precari), un terzo dell’attività didattica rimarrebbe scoperta. A Firenze hanno già aderito i ricercatori delle facoltà di scienze, architettura (70%) e scienze politiche (18 su 23). A Siena l’80% di quelli di ingegneria, 40 su60 a scienze e pare che anche medicina parteciperà allo “sciopero”. A Pisa per ora si sono mossi solo a Scienze politiche, dove i firmatari sono 23 su 25. Maggio è stato scelto per lanciare una settimana di mobilitazione, che si chiuderà il 21 con una manifestazione nazionale, perché è il mese della programmazione didattica per l’anno successivo. Ma senza la disponibilità dei ricercatori a insegnare, attività che per altro non compete loro per legge e viene svolta a titolo gratuito, molti corsi corrono il rischio di saltare, facendo andare in cortocircuito tutta la macchina universitaria. Una presa di posizione forte, ma da cui i ricercatori …