Giorno: 28 Aprile 2010

Zavoli: "La credibilità è crollata non si rispettano autonomia e qualità", di Goffredo De Marchis

Il caso Ruffini è solo la punta dell’iceberg. La Rai è ormai “una pulzella promessa” che dice sì “alle pretese di tutti i pretendenti”. La commissione di Vigilanza vede “distorti” da Viale Mazzini i suoi atti di indirizzo e viene da chiedersi se “la sua autorevolezza possa risolversi in un rito esortativo”. Il quadro descritto da Sergio Zavoli, popolarissimo giornalista tv, senatore del Pd e presidente della commissione parlamentare che vigila sulla Rai, ha contorni drammatici. Con la gestione dell’attuale centrodestra, la tv di Stato non rispetta più niente: la sua autonomia, la sua capacità di critica, “neppure i vecchi, prudenti linguaggi”. Una delibera del cda disattesa, una soluzione che non accontenta nessuno. E Ruffini dice: contro di me c’è una discriminazione politica. È così? “In Rai c’era e c’è un problema di fondo: l’assenza, o l’imperfezione, o il rifiuto della regola. La quale viene prima del consenso. Ne consegue che il pacta sunt servanda, così spesso trasgredito, rischia d’essere una citazione sapienziale ormai a buon mercato. Ma nel caso nostro va anche detto che …

"La Gelmini, il tempo pieno e le mani in tasca a 3500 famiglie milanesi", di Pippo Frisone

Sono all’incirca 3.500 le famiglie milanesi alle quali è stato negato il Tempo Pieno. Le 148 classi a Tempo Pieno chiesti dalle scuole sono state rispedite al mittente e trasformate d’autorità, contro la volontà delle famiglie, a tempo normale. Così a fronte di un tempo scuola di 40 ore riceveranno in cambio, se va bene, un tempo scuola di 27 ore, con tutti i disagi e le difficoltà per quelle famiglie che è facile immaginare. I tagli agli organici nella primaria voluti dalla Gelmini e messi in atto da Colosio non avranno soltanto questo devastante effetto.Quando i tagli sono sconsiderati , colpiscono alla cieca al solo scopo di fare cassa, come la finanziaria dello scorso anno ha caparbiamente voluto per un triennio ( 2009/10-2011/12 ). La relazione tecnica al fantomatico Piano Programmatico, a dire la verità, puntava per realizzare i tagli nella primaria , soprattutto nell’eliminazione della precedente organizzazione modulare, di gran lunga quella prevalente in Italia. Il Tempo Pieno, nelle regioni a maggior diffusione come la Lombardia raggiunge appena il 47%, solo grazie allo …

Istruzione: migliaia di esuberi in Emilia Romagna

Diecimila studenti in più nelle scuole emiliano romagnole dal prossimo settembre, tra materna e superiori, ma di contro saranno 1.000 i docenti e 700 i bidelli in meno: può funzionare? “Oh certo, da tempo ormai ci arrabattiamo con la drastica riduzione di personale e risorse, poi al dunque si fa di tutto per tamponare le falle, si regge, ma il sistema di eccellenza dell’Emilia Romagna mostra la corda: dobbiamo dirlo con chiarezza, per correre rapidamente ai ripari”. Raffaella Morsia, neosegretaria generale Flc regionale, scuote la testa davanti ai numeri che annunciano tempi duri anche per l’anno scolastico 2010/2011. Già a settembre scorso il conto presentava un calo di 2.350 posti (di cui 1.637 docenti) ed era solo la prima tranche del taglio triennale di 130.000 tra insegnanti e Ata imposto dalla Finanziaria in tutta Italia, di cui circa 6.000 in regione, in nome della lotta agli sprechi. “Parliamo di precari che da 10 o 15 anni venivano riconfermati di volta in volta con contratti a tempo determinato, che hanno perso il posto senza alcun ammortizzatore. …

"Ma saranno i lettori a perderci", di Michele Brambilla

Cerchiamo di spiegare ai lettori perché la legge sulle intercettazioni non è un affare che riguarda solo noi giornalisti; ma che riguarda soprattutto loro, i lettori. I fatti innanzitutto. Un anno fa – 11 giugno 2009 – la Camera ha approvato un disegno di legge del ministro Alfano che regolamenta l’utilizzo delle intercettazioni da parte dei magistrati e la possibilità di pubblicarle da parte dei giornali. La scorsa settimana in commissione Giustizia del Senato sono stati presentati dodici emendamenti che – riassumo grossolanamente – accolgono qualche istanza dei magistrati (che molto si sono lamentati per questa legge) e inaspriscono ulteriormente le sanzioni per giornali e giornalisti. Contro tutto ciò, oggi il sindacato dei giornalisti scende in piazza. Gli italiani storcono il naso di fronte alle proteste dei giornalisti, e i motivi sono semplici. Primo, noi non godiamo di buona fama, da sempre: quando il giovane Mussolini teneva i primi comizi in Romagna, chi non era d’accordo con lui gli urlava, per zittirlo, «zurnalest», giornalista, che era sinonimo di contaballe. Secondo, troppe volte ci siamo riempiti …

"L'onda nera dell'ultra destra razzista macchia l'Europa", di Umberto De Giovannangeli

L’«Onda nera» si allarga. Dall’Austria all’Ungheria, dall’Olanda al Belgio, dalla Francia, alla Finlandia, dalla Danimarca alla Gran Bretagna, «sconfinando» nell’ex Europa comunista: dalla Romania alla Russia. Continua l’avanzata dell’estrema destra in Europa, un dato confermato dal 15,6% alle presidenziali in Austria conquistato dalla candidata del partito Fpoe, Barbara Rosenkranz, dichiaratamente filo-nazista. In Ungheria, dove il partito conservatore Fidesz ha conquistato i due terzi dei seggi in Parlamento, la formazione xenofoba Jobbik si consolida come terza forza del Paese con 48 seggi in Parlamento. Viaggio nell’«Onda nera» dei movimenti dell’estrema destra europea. Movimenti e partiti razzisti, ultrazionalisti, nazifascisti, antisemiti spinti. L’estrema destra, specie quella di ispirazione fascista e neonazi, tra i suoi programmi principali ha il superamento del liberismo e la guerra alla globalizzazione, oltre che un forte connotato antiamericano e anti-israeliano. Austria: «Non sono felice ma decisamente contenta»: così Barbara Rosenkranz dopo l’annuncio dei risultati. Si era data come obiettivo il 17% mentre il leader del suo partito, Hans-Christian Strache, aveva indicato addirittura il 35%. A frenare i consensi sono state alcune dichiarazioni della Rosenkranz …

"Una folle partita a poker", di Massimo Giannini

Nel martedì nero dei mercati si consuma una partita di poker mortale tra gli Stati e i mercati. C’è una posta in gioco, ed è decisiva: è la sopravvivenza dell’euro, che tra le macerie del Partenone rischia di crollare sotto i colpi della speculazione. C’è un giocatore, ed è risolutivo: è la Germania, che con una strategia nazionalistica rischia di accelerare la fine dell’Unione monetaria. Sembra un’altra “tempesta perfetta”, quella che si sta abbattendo sulla Grecia e sull’Europa, sulle Borse e sui bond. Evidentemente non sbagliava il Financial Times, quando all’inizio di febbraio aveva avvertito il mondo: attenzione, gli hedge funds hanno pronti in canna 8-10 miliardi di dollari di posizioni a breve, pronte da usare per la scommessa sul collasso debitorio dell’eurozona. L’attacco è partito. E l’effetto-domino non solo è possibile, ma diventa probabile. Questo bagno di sangue costato 160 miliardi di euro ci insegna due lezioni fondamentali. La prima lezione. I mercati puntano qualcosa, lassù in cielo. Come sempre gli sciocchi guardano il dito e non vedono la luna. Il dito è la …