Giorno: 26 Aprile 2010

Bersani: "Con Berlusconi le riforme sono impossibili lui vuole solo le elezioni", di Claudio Tito

In questa maggioranza «non ci sono le condizioni per affrontare le riforme». Anzi, Berlusconi utilizzerà il primo pretesto possibile per andare al voto. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, non crede affatto al dialogo offerto dal presidente del consiglio. A suo giudizio, non ha alcuna intenzione di compiere delle «scelte». Semmai, il premier è pronto all´ennesimo «strappo»: perché questo governo «non potrà andare avanti così altri tre anni». Ma sulle urne «decide il capo dello Stato» e in quel caso non si può «indicare ora soluzioni a tavolino Berlusconi ha colto l´occasione del 25 aprile per proporre un´intesa sulle riforme istituzionali. «Sono parole apprezzabili. Il presidente del consiglio, però, ha scoperto solo di recente la solennità del 25 aprile. Ma più che questi messaggi, colpiscono le sue altalenanti contraddizioni: da mesi va avanti a strappi con i successivi aggiustamenti. Dobbiamo guardare ai fatti, le parole non servono». In che senso? «Negli ultimi 9 anni, sette sono stati governati dal centrodestra. E si è visto che la democrazia populista non è in grado di decidere. Non …

"Assunzioni, incarichi triennali, neo-assunti fermi cinque anni: il Pd lancia la sfida", di A.G.

È la risposta alla proposta della Lega di favorire la continuità didattica maggiorando il servizio ai prof residenti nella regione dove svolgono servizio: meglio incentivare e premiare gli insegnanti che lavorano nelle scuole di periferia, dove è più forte il disagio sociale. Per i tagli preoccupa soprattutto la primaria. Sono tre i passaggi prescelti dal primo partito d’opposizione, il Pd, per favorire quella continuità didattica tanto reclamata dalla Lega, confluita in un ddl, e che nei giorni scorsi ha spinto il ministro Gelmini ad auspicare un nuovo modello di reclutamento dei docenti: a tracciare la proposta alternativa è stata Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria nazionale del Partito democratico. In prima battuta ha detto che sarebbe opportuno “stabilizzare i precari, così come aveva deciso il governo Prodi nella Finanziaria 2007 con l’assunzione di 150mila insegnanti, poi bloccata dal governo Berlusconi”. Molto produttiva, sempre ai fini di limitare il ricambio di un docente su tre al termine di ogni a.s., sarebbe anche la possibilità di “assegnare incarichi almeno triennali”, con tutti quei docenti a tempo determinato …

"In onda lo smantellamento della scuola a tempo pieno", di Gianni Gandola e Federico Niccoli

Da tempo su questo giornale andiamo sostenendo che il piano di “ristrutturazione” della scuola primaria programmato dal duo Gelmini-Tremonti sarebbe stato graduale. Attuato cioè per tappe successive. La prima fase è consistita nell’eliminazione dei moduli (3 insegnanti ogni due classi), vale a dire nella soppressione del modello didattico più diffuso nel nostro paese, con conseguente consistente riduzione del numero dei docenti. I modelli orari riproposti dal ministro Gelmini (ci riferiamo in particolare alle 27 e 30 ore) in realtà si differenziano in modo sostanziale rispetto agli stessi modelli previsti dalla riforma Moratti. La Moratti non metteva comunque in discussione l’impianto modulare, pur introducendo figure e funzioni come il tutor. Qui invece si afferma nettamente la prevalenza di un docente, attorniato da qualcun altro che completa l’orario settimanale (nei fatti un’estensione, una protesi del modello gelminiano del maestro unico). L’aggressione al tempo pieno veniva invece rinviata e attuata appunto in maniera graduale perché altamente impopolare. E’ chiaro a tutti che toccare il tempo pieno in alcuni grandi centri urbani (Milano, Bologna, Torino, ecc.) significa andare incontro …

"Separati in patria", di Federico Geremicca

L’appello del Presidente Napolitano affinché le celebrazioni si svolgessero in un clima di serenità; l’invito del premier Berlusconi a far tesoro della libertà e della democrazia riconquistate con la Resistenza; le sollecitazioni e la speranza dell’Anpi, infine, che le manifestazioni non venissero turbate da tumulti e contestazioni. Tutto inutile. Assolutamente inutile. E così, anche questo 25 aprile – non il primo e probabilmente non l’ultimo – finisce in archivio con un bollettino di incidenti indegno della giornata che ricorda e simboleggia la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Da Catania a Milano, è tutta un’interminabile teoria di contestazioni, diserzioni e incidenti di piazza e diplomatici. I più seri nella capitale, dove la protesta contro la presenza sul palco della neo-governatrice Polverini è culminata in un tiro al bersaglio contro il presidente della Provincia, Zingaretti, colpito da un limone in pieno volto. Ma aspra è stata anche la contestazione subita, a Milano, dal sindaco Moratti e dal presidente della Provincia, Podestà. Nel capoluogo lombardo, il presidente della Regione, Formigoni, ha addirittura disertato la manifestazione di piazza Duomo con …