"Papà Cervi e la giacca di Parri", di Goffredo Fofi
Ritorna, stavolta nei Tascabili Einaudi, la storia di I miei sette figli raccontata tramite altri da Alcide Cervi, il vecchio contadino emiliano che vide i figli trucidati dai repubblichini perché antifascisti, perché oppositori, perché resistenti. Queste memorie hanno una storia singolare, in qualche modo “sovietica”, ispirata da alcuni articoli del giovane giornalista comunista Italo Calvino, che aveva scritto da poco le sue memorie partigiane in un esordio letterario singolare perché a cavallo tra realtà e fiaba, Il sentiero dei nidi di ragno. Calvino visitò più di una volta la casa dei Cervi, dove il vecchio Alcide aveva ripreso con la moglie Genoeffa, dopo il lutto, a guidare una famiglia di nuore e di nipoti bambini o adolescenti. Sulla storia dei Cervi, coronata da medaglie al valore, esaltata dal presidente De Nicola e da Piero Calamandrei, il Partito comunista pensò di costruire una narrazione esemplare che Togliatti indirizzò secondo le linee del partito di allora: recupero di una tradizione nazionale, per una forte vicenda che esaltasse la Resistenza come base su cui costruire la nuova Italia. …