Giorno: 11 Aprile 2010

"Sacconi: riformare lo Statuto dei lavoratori. Il nuovo piano entro maggio", di Paolo Griseri

Lo Statuto dei lavoratori compie quarant’anni: è ora di cambiarlo. “Entro maggio – garantisce il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi – presenterò un testo nuovo”. Applaude la platea degli industriali italiani, certamente pensando alla scomparsa di quelli che Guido Carli definiva nel 1977 “i lacci e i lacciuoli” che imbrigliano l’economia e i profitti. Il ministro non spiega quali saranno le linee del nuovo Statuto destinato a sostituire “entro tre anni”, la legge 300 scritta da Gino Giugni nel 1970. Certamente, garantisce Sacconi, la nuova legge servirà a “completare la liberazione dall’oppressione burocratica, da tutto quello che genera conflitto e dall’incompetenza che minaccia l’occupabilità”. Tradotto in concreto significa la conferma del sistema di arbitrato per i licenziamenti. Il testo del provvedimento, contestato dalla Cgil come una norma che di fatto aggira l’articolo 18 dello Statuto, verrà ripresentato dopo la prima bocciatura di Napolitano: “Aggiusteremo velocemente quel testo – dice Sacconi – confermando l’utilità di un arbitrato che è una opportunità in più per i lavoratori e le imprese rispetto al grande contenzioso esistente”. Il secondo …

"La legalità val bene una mensa", di Valerio Onida

Prima si è verificato l’episodio di Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, dove alcuni ragazzini si sono visti servire pane e acqua alla mensa scolastica perché i genitori risultavano da tempo morosi nel pagare le quote dovute alla scuola. Ora un altro caso simile, ad Adro, nel Bresciano. Una buona occasione per riflettere su come si possa e si debba impostare correttamente il tema della legalità e dei diritti nel nostro paese. Alcuni punti dovrebbero essere chiari e indiscussi. Primo: il servizio della mensa scolastica è un servizio pubblico, erogato per lo più dietro pagamento di un prezzo a carico delle famiglie. Prezzo che può e forse deve essere anche differenziato, e dovrebbe essere stabilito avendo riguardo alle condizioni economiche delle famiglie oltre che alle esigenze di equilibrio del bilancio. Secondo: le famiglie che accedono al servizio sono debitrici delle quote dovute nei confronti dell’amministrazione. E dunque, se non pagano, quest’ultima ha il potere e il dovere di agire perché la morosità ingiustificata cessi. Terzo: le questioni e le controversie economiche fra amministrazione e genitori …

«Che aria tira per la Scuola? Brutta direi!», di Mario Piemontese

Gli attacchi a volte sono frontali, in campo aperto, vedi per esempio il taglio di 132.000 posti di lavoro per risparmiare 8 miliardi con tutto quel che ne consegue: aule sovraffollate, meno tempo scuola, aumento della selezione e della dispersione, dequalificazione della scuola statale per favorire quella privata, in poche parole negazione del diritto allo studio. Altre volte sono meno evidenti, colpiscono ai fianchi se non alle spalle. Proviamo a fare qualche esempio riferendoci ad avvenimenti recenti. In una scuola elementare della provincia di Vicenza e in una della provincia di Brescia, ma è successo anche lo scorso anno in provincia di Milano, è stato negato il pranzo ai figli di chi non paga la mensa scolastica. Se il tempo pieno fosse un diritto, fosse cioè per forza garantito a tutti quelli che lo richiedono, anche la mensa dovrebbe essere gratuita. Il comportamento degli amministratori protagonisti di questi episodi, oltre a essere indubbiamente barbarico e incivile, ci ricorda comunque che il tempo pieno è solo un servizio a domanda. L’introduzione del cosiddetto “maestro unico” prospetta …

«Dizionario delle riforme», di Michele Ainis

Le riforme? Una bevanda più eccitante del caffè per i politici italiani, camomilla per i comuni mortali. Anche perché questa materia talvolta suona astrusa per gli stessi addetti ai lavori. Diciamo allora che si tratta di ridisegnare la carrozzeria della macchina statale, correggendo il sedile del pilota nonché il numero dei passeggeri a bordo. E per orientarci nella scelta proviamo a compilare un dizionario dei modelli in catalogo. PRESIDENZIALISMO Di questi tempi è il mantra dei nostri ri-costituenti. Nell’immaginario collettivo significa un presidente eletto direttamente dal corpo elettorale, con i poteri del comandante in capo. Scendendo nei dettagli, diciamo innanzitutto che quest’uomo (o donna, perché no?) può indossare un abito da capo del governo o dello Stato. La prima soluzione è stata sperimentata soltanto in Israele, ha innescato una grande quantità di pasticci e di bisticci, infine – dopo le elezioni del 2001 – gli stessi israeliani l’hanno gettata nel cestino dei rifiuti. D’altronde è pressoché impossibile conciliare il primato del presidente del Consiglio con il primato delle assemblee rappresentative, quando il sistema resti nell’alveo …