politica italiana

"Un milione alle urne per 40 ballottaggi", di Mariagrazia Gerina

Tutto è buono per battere la Lega. Si sono messi con l’estrema destra e l’estrema sinistra. Ma la Lega va», grida, con tono vittimista, il senatùr, accorso a Vigevano. In «trincea», accanto al candidato leghista, Andrea Sala (33% al primo turno), che dovrà vedersela con il fronte anti-leghista più vasto d’Italia. Dall’ex sindaco del Pci Carlo Santagostino (al primo turno alla guida della lista Civiltà vigevanese, appoggiato da Pd e Idv, ha incassato il 15%), a Vigevano futurista, lista di estrema destra, passando per i Verdi e la Dc. Tutti schierati al secondo turno con il candidato del Pdl, Antonio Prati (28% al primo turno). Per arrestare l’avanzata dela Lega.

Il partito di Bossi, uscito vincitore dalle elezioni regionali, però, non vuole cedere un metro all’avversario, deciso a giocare, laddove ci siano ancora in campo dei candidati leghisti, anche la partita del secondo turno, come se fosse la sfida decisiva. E se il leader del Carroccio “vola” accanto ad Andrea Sala, il ministro dell’Interno corre nel trevigiano, a Castelfranco, a promettere, accanto al candidato leghista Luciano Dussin che con il federalismo sarà spazzato via anche l’odiato patto di stabilità. A fermare la Lega in quel di Castelfranco si prova la candidata civica Donata Sartor, insegnante dell’istituto agrario cittadino, che per il secondo turno è riuscita ad allargare il fronte dal Pd all’Udc (3% al primo turno).

Sono più di un milione in tutto gli elettori chiamati a decidere al ballottaggio il risultato elettorale. Si vota domani (dalle 8 alle 22) e lunedì (dalle 7 alle 15) in 41 i Comuni della penisola. E il convitato di pietra, ancor più che al primo turno, sarà l’astensionismo.
Riflettori puntati soprattutto sui quattro capoluoghi di provincia che vanno al voto: Macerata, Mantova, Matera e Vibo Valentia.

In tutte e quattro le città capoluogo è in testa il candidato di centrosinistra. A Matera, Salvatore Adduce, con il 48,46% dei consensi, è già a un passo dalla meta. Nella città lucana il centrodestra si è presentato profondamente diviso, dopo le dimissioni del sindaco uscente Nicola Buccico (Pdl), che a novembre hanno portato al commissariamento del comune. Adduce aveva al suo fianco già dal primo turno una coalizione che va dall’Udc alla sinistra e ai Verdi, il suo rivale Angelo Raffaele Tosto, fermo al 26,23%, dovrà recuperare il 14,57% andato al candidato del Pdl, che ha corso da solo.

A Macerata il candidato del centrosinistra, Romano Carancini punta a raccogliere il testimone dall’uscente Giorgio Meschini: al primo turno ha convinto il 45,97% dei suoi concittadini, dovrà vedersela Fabio Pistarelli, che parte dal 41,1% e mette insieme Pdl e Udc. Una sfida che sarà in gran parte decisa dalla partecipazione al voto della sinistra visto che il Pd, primo partito con il 23,9%, è risultato di poco superiore al Pdl (23,2%), mentre la lista che unisce Rifondazione comunista, Sinistra europea e Comunisti italiani ha raccolto il 7,3% dei voti.

Nel capoluogo calabrese, il candidato del centrosinistra, Nicola Soriano (Pd), è risultato il più votato, con il 41,11%, ma l’appoggio del centrista Antonino Daffinà (quasi al 25% al primo turno) e di una civica che vale oltre il 5%, potrebbe ribaltare l’esito della prima tornata elettorale a vantaggio del candidato del Pdl, Nicola D’Agostino, che al secondo turno, appunto, ha incassato l’accordo con l’Udc.
L’Unità 10.04.10

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