Saranno la Campania e la Sicilia le più penalizzate. Ma la scure-Gelmini-Tremonti sul taglio agli organici dei docenti della scuola non salva nessuno. Per il prossimo anno scolastico, via dalle cattedre 25.600 posti. Così suddivisi: 8.700 circa alle elementari, 3.600 alle medie, 13.750 alle superiori. E le “sorprese” non finiscono qui. Il ministero ha diffuso ai sindacati anche le cifre sui tagli suddivisi per regioni. E, ovviamente, il ricco Nord leghista, ne esce come sempre indenne dalla mannaia. Le più penalizzate saranno ancora una volta le regioni del Sud, in particolare la Campania e la Sicilia, che perderanno maestri soprattutto alle elementari. Per quanto riguarda invece i licei, tecnici professionali il risparmio a “colpi” di prof lo forniranno la Lombardia e il Lazio.
Mimmo Pantaleo, segretario generale nazionale della Flc-Cgil, lancia un grido d’allarme e annuncia nuove iniziative a difesa della scuola pubblica. Assemble nazionale dei precari il 15 maggio e a settembre gli Stati generali della Conoscenza.
“Non si è mai visto un ministro della Repubblica procedere a testa bassa, lasciando che la scuola statale vada in malora, incurante dei diritti dell’utenza, del dissenso degli Enti Locali, Regioni, delle Associazioni Professionali e dei sindacati, incurante degli effetti già prodotti sulla qualità del servizio, incurante del licenziamento di svariate decine di migliaia di precari. A settembre 2010 la scuola statale avrà 25.600 posti di docenti e 15.600 posti Ata in meno, precisa Pantaleo all’indomani del faccia a faccia a l minsitero proprio sui tagli all’oragnico dei docenti – . Nella secondaria di secondo grado in particolare gli effetti dell’applicazione frettolosa dei regolamenti produrranno effetti pesantissimi sia in termini di tagli che di qualità dell’offerta formativa, determinado una situazione caotica. Rifiutiamo questa aggressione alla scuola statale chiamata riforma. La scuola ormai è una scatola vuota. La pervicacia della Gelmini nel cancellare posti di lavoro e sguarnire le scuole come presidi culturali non ha eguali nella storia della Repubblica”.
Secondo il sindacato Flc-Cgil, dalla primaria alle superiori si perderanno quasi 26mila cattedre sia perchè saranno ritoccati i tetti minimi per la formazione delle classi, sia l’applicazione dei nuovi regolamenti. “E’ inaccettabile l’ulteriore tranche di tagli e daremo battaglia – assicura Pantaleo – per fermare questa politica dissennata che aggrava le condizioni di lavoro del personale, aumenta la confusione, il disservizio e lascia senza posto di lavoro migliaia di precari”.
L’Unità 09.04.10
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