politica italiana

La Lega porta i sindaci in piazza «Il patto di stabilità ci ostacola»

Sì da 400 primi cittadini: al prefetto le fasce tricolore. Milano non c’è. I sindaci lombardi ci riprovano: stamattina alle 10 saranno in piazza, prima per un faccia a faccia con i cittadini, poi in corteo fino alla prefettura di Milano. Un breve corteo: pochi minuti a piedi separano piazza San Babila, luogo del concentramento, da Palazzo Diotti in corso Monforte, dove alle 11 saranno consegnate simbolicamente le fasce con il tricolore al prefetto Gian Valerio Lombardi. Così avevano fatto alcuni primi cittadini nell’autunno del 2004, sempre contro il patto di stabilità. La differenza è che allora a muoversi fu una delegazione di piccoli comuni, quelli sotto i cinquemila abitanti, oggi la protesta non ha confini né colore politico e ai piccoli si sono aggiunti i grandi. Le adesioni hanno continuato ad arrivare per tutta la giornata di ieri alla sede dell’Anci regionale, dove era in corso una riunione del gruppo di presidenza.

Le previsioni dicono che potrebbero essere presenti, stamattina, da trecento a quattrocento sindaci. Dei capoluoghi di provincia, quattro non saranno rappresentati: Milano, Como, Sondrio e Mantova. Milano è cosa nota. Mantova ha un alibi: è in attesa di scegliere il sindaco, domenica, al ballottaggio. Il comasco, invece, è teatro di un piccolo giallo: con il sindaco del capoluogo (Pdl) in vacanza alle Maldive e nessuno delegato a rappresentarlo, e assenti dal corteo anche i comuni lariani a guida Lega. Da Sondrio, invece, arriva la seconda defezione, dopo quella del sindaco Moratti, che fa discutere: a dichiarare il dietrofront è stato Alcide Molteni, sindaco in quota Pd, che ha bocciato come «tardiva e ipocrita» la manifestazione e ha attaccato il Carroccio: «La Lega è al governo e sta zitta quando si stanziano soldi per Roma, per Napoli, per Catania. Fa gli show per dire che il Nord è virtuoso. Cosa aspetta, dunque, a fare una leggina di due righe che premi i comuni virtuosi?». A lui come a Letizia Moratti risponde con semplicità il sindaco di Sesto San Giovanni, Giorgio Oldrini (Pd): «Questa è un’occasione da non perdere per ogni sindaco che voglia scegliere se rappresentare i suoi cittadini o la militanza di partito. Noi siamo per la prima opzione». Presente oggi all’appello il sindaco di Bergamo, Franco Tentorio (Pdl): «Il trattamento che il governo riserva agli enti locali non è più accettabile. È vero che ci sono già tavoli aperti dal governo con l’Anci, come dice il sindaco di Milano. Ma i risultati? Ad oggi sono equivalenti a zero».

In corteo non mancherà Brescia: il sindaco Adriano Paroli (Pdl) affiderà il tricolore al suo vice Fabio Rolfi. E spiega: «Bisogna consentire ai comuni virtuosi di investire nelle infrastrutture che sono un volano dell’economia. E aiutare quelli indebitati a diminuire l’indebitamento». In linea, un’altra amministrazione a guida Pdl, quella di Cremona. Il sindaco Oreste Perri è assente giustificato (è malato). Al suo posto, ci sarà il vicesindaco accompagnato da un battagliero assessore al bilancio, Roberto Nolli: «Cremona l’anno scorso non ha rispettato il patto, ha scelto di pagare i fornitori. E tantomeno possiamo accettare ciò che ci viene chiesto oggi, di ridurre cioè la spesa del 98 per cento. Nel contempo, tenere i soldi, che ci sono, in cassa invece di riasfaltare le strade o fare la manutenzione delle scuole…». Scendono in piazza oltre trenta comuni del lecchese, uno su tre. La metà di quelli del pavese, un centinaio. Arriveranno sindaci dalla Valtellina e dal mantovano. Alessandro Cattaneo, ingegnere, 30 anni, sindaco di Pavia da due (Pdl), sottoscrive la protesta, perché «non è possibile avere in cassa 1 milione di euro, oneri di urbanizzazione entrati lo scorso 15 dicembre, e non poterli investire». Attilio Fontana, sindaco leghista di Varese e attuale presidente Anci Lombardia, usa un esempio ancora più terra terra: «Ho 5 anziani divenuti non autosufficienti ma non ho i soldi per garantire loro l’assistenza dovuta». Sono i sindaci «l’anello finale della filiera istituzionale, con i problemi veri da affrontare e i cittadini che bussano fuori dalla porta», spiega Daniela Gasparini, sindaco (Pd) di Cinisello Balsamo. Mentre dall’hinterland, da Pioltello, Antonello Conca (Pd), lancia una proposta-provocazione: «Sarebbe sufficiente assegnare ai comuni la metà dei soldi ricavati con il bollo auto, per rifare le strade. Il bollo auto in Lombardia vale oltre un miliardo di euro. Una montagna di soldi».
Il Corriere della Sera 08.04.10

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