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Scuola, la circolare spiega tutto. Solo che questa è incomprensibile

L’ultima circolare del ministero dell’Istruzione sembra proprio un pesce d’aprile. E potrebbe esserlo, perché la data che riporta la nota inviata oggi a tutti i dirigenti scolastici italiani è proprio quella del primo di aprile. Ma il ministero dell’Istruzione non fa pesci d’aprile o, almeno, non li ha mai fatti. Tuttavia, una cosa sembra certa: i presidi che questa mattina si sono imbattuti nella comunicazione MIURAOODGOS, protocollo numero 2532 /R. U./U cercando di capirci qualcosa, saranno rimasti di stucco.

ECCO IL TESTO DELLA CIRCOLARE
La circolare è breve e ricorda a tutti gli operatori della scuola che le norme dei regi decreti 635 del 1925 e 2049 del 1929 sono ancora pienamente in vigore. Ma non sembra neppure detto questo. Vediamo di capirci qualcosa. “Con riferimento a notizie di stampa, si precisa – scrive il direttore generale Mario Dutto – che le disposizioni di cui al regio decreto n. 653/1925 ed al regio decreto n. 2049/1929, delle quali l’art. 2 del decreto-legge 22 dicembre 2008, n. 200 (…) aveva previsto l’abrogazione a decorrere dal 16 dicembre 2009, sono state sottratte all’effetto abrogativo, di cui al citato art. 2, ai sensi di quanto disposto dal comma 2 (allegato 2) dell’art. 1 del decreto legislativo 1° dicembre 2009, n. 179”.

Un anno e mezzo fa, il decreto-legge numero 200 del 22 dicembre 2008 abrogò una lunga lista di leggi ormai in disuso superate. Tra queste sembra siano incappati i due regi decreti in questione che riguardano il “Regolamento sugli alunni, gli esami e le tasse negli istituti medi di istruzione”. Ma un anno dopo interviene un secondo decreto legislativo che “sottrae dall’effetto abrogativo” i due provvedimenti regi annullati che, a questo punto ritornano vigenti.

Ma a quali “notizie di stampa” fa riferimento la circolare? L’obiettivo della nota saranno le tasse scolastiche, al centro della polemica in questi giorni perché sempre più salate per i genitori? O le sanzioni disciplinari per bulli e riottosi? Non è facile decriptare lo scritto proveniente da viale Trastevere, perché i due regi decreti sono lunghissimi: 135 articoli suddivisi in quattro Capi. Insomma: un vero enigma. E meno male che la norma deve essere più chiara possibile. A fare saltare i nervi ai malcapitati dirigenti scolastici che questa mattina si sono messi di buona volontà per decifrare la nota ci pensa comunque l’ultimo capoverso.

“Le dette disposizioni permangono, quindi, in vigore nelle parti, ovviamente, non oggetto di abrogazione espressa (anteriore al citato decreto-legge) ovvero – scrive Dutto – non oggetto di abrogazione tacita o implicita”. Non tutti gli articoli dei regi decreti in questione sono, quindi, ancora vigenti. E quali sono quelli abrogati implicitamente o tacitamente? Immaginate un povero vicepreside o vicario che si ritrova a gestire un’intera scuola per l’assenza del preside. Cosa dovrà fare con questa comunicazione tra le mani? Forse, pensando che si tratti di qualcosa di estremamente importante, questa notte non ci dormirà neppure. E magari si tratta di una sciocchezza.
La Repubblica 03.04.10