«Terremoto, processi a rischio le carte via dall'Aquila», di Attilio Bolzoni
Polemica a un anno del disastro. “Le vittime del terremoto non avranno giustizia”. Alla base delle istanze di legittima suspicione c’è la denuncia di “fattori inquinanti”. Il gup deciderà il 28 maggio. I legali delle parti civili: disprezzo per i morti e la verità L’AQUILA – È passato un anno da quella notte. Un’estate, un inverno e il dolore che è sempre lì, fra le macerie. E anche la rabbia adesso, la rabbia mischiata alla paura che i loro morti non potranno mai avere giustizia nell’Abruzzo terremotato. Si agitano ombre di legittimo sospetto fra i sassi e la polvere della città che non c’è più. Gli avvocati degli imputati dei crolli vogliono portare i processi lontano dall’Aquila, vogliono far sparire dalle indagini le vergogne delle case fatte con la sabbia. Nel primo anniversario della scossa che ha sbriciolato l’Abruzzo e lasciato 308 cadaveri sotto i palazzi ecco che si annuncia una tragedia dopo la tragedia, il dramma e la legge, i codici e i cavilli, la violenza della natura e le responsabilità umane, tutto in …