"Ferie e retribuzioni, orario e sicurezza così si estende il rischio-arbitrato", di Roberto
Una «legge-minestrone» l´ha definita Pietro Ichino, giuslavorista, senatore del Pd. Di certo non brillano per chiarezza le nuove norme sul processo del lavoro approvate dal Parlamento. Lì c´è di tutto: dalla delega per i lavori usuranti, alla certificazione dei contratti, all´abbassamento dell´età dell´obbligo scolastico, fino all´estensione dell´arbitrato anche per le controversie riguardanti i licenziamenti, quelli protetti (almeno per una parte dei lavoratori) dall´articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. È l´arbitro il grande protagonista della nuova legge. Sarà lui a poter decidere senza possibilità di appello e secondo «equità», libero dai vincoli a tutela dei diritti previsti dalle leggi stesse. Ha scritto Tiziano Treu, ex ministro nei governi di centrosinistra, sul Diario del lavoro: «Sarebbe come ammettere che si possa rinunciare alle ferie, agli orari massimi, alle norme di sicurezza, e alla tutela dei licenziamenti ingiusti». Saranno le parti (il datore di lavoro e il lavoratore), tuttavia, a decidere se ricorrere al giudice oppure alla via arbitrale attraverso la sottoscrizione della cosiddetta “clausola arbitrale”. Un paletto è stato messo con il rinvio alle procedure previste dai …