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«Reimpostare l'orologio», di Dina Galano

ORA LEGALE. Da stanotte, per i prossimi sette mesi, le lancette seguiranno un’ordine antropico regalando un’ora di luce in più: in termini di consumi, una sensibile riduzione.

La sfida contro il tempo, si sa, è persa in partenza. Ma se, senza troppe ambizioni, si impara a gestirlo, i primi risultati si colgono sul piano del risparmio energetico. Da stanotte, per i prossimi sette mesi, le lancette seguiranno un’ordine antropico regalando un’ora di luce in più: in termini di consumi, una sensibile riduzione. La società Terna, che cura la rete elettrica nazionale, ha stimato che l’energia risparmiata nei prossimi mesi sarà pari a 644 milioni di kilowattora, come se metà Fiuli Venezia Giulia si astenesse dai consumi per un intero anno.

Calcolando che l’ora legale accomuna tutti i Paesi industrializzati, si può apprezzare l’entità dell’effetto. Che, valuta ancora Terna, si ripercuote anche sulle emissioni di Co2 nell’atmosfera che diminuiranno di oltre 300mila tonnellate. Ma se le cadenze del tempo sono esaltate dalle coincidenze, oggi il risparmio energetico sarà realizzato a livello globale: per un’ora soltanto, ma lunga quanto tutti i meridiani, si spegneranno le luci dei maggiori monumenti e palazzi del mondo. è l’heart hour, un’iniziativa promossa dal Wwf per la lotta contro i cambiamenti climatici che attraverserà 125 Paesi e 4.000 città.

Da stamattina alle 7.45 ora italiana e fino a domenica, la ola planetaria per il clima sarà il simbolo di «una economia pulita a basso consumo di carbonio», come fanno sapere dal Wwf. L’appuntamento si ripeterà alle ore 20.30 locali di tutti i Paesi aderenti. «L’idea – spiega ancora il Wwf- è quella di coinvolgere nello stesso giorno dell’anno e per un’ora quante più persone possibili ai capi opposti del mondo, unite in un eloquente messaggio: tagliare le emissioni inquinanti e agire per fermare i cambiamenti climatici».

Anche il Segretario Onu, Ban Ki-Moon, ha inviato il suo messaggio di adesione: nella lotta ai cambiamenti climatici «le soluzioni sono nelle nostre mani e possono essere messe in atto da individui, comunità, mondo degli affari e governi di tutto il pianeta». A restare al buio, per prime, le Isole Chatam in Nuova Zelanda. Quando la maratona toccherà l’Italia, si oscureranno oltre 120 tra grandi città e piccoli Comuni.

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