Pochi fondi, per pochi settori, per pochi mesi: ecco come il governo risponde alla crisi economica. Bersani: “Fanno pasticci. E’ come con le liste, siamo in mano a gente che non maneggia gli attrezzi del mestiere”
Incentivi in salsa Scajola-Berlusconi, ovvero pochi e per pochi. Alla crisi economica il consiglio dei Ministri risponde con qualche spicciolo e tanto buonumore: il tutto condensato in un decreto, un altro decreto. “Un fondo da 300 milioni per incentivare lo sviluppo e aiutare i settori in crisi” annunciava pomposamente il ministro dello Sviluppo Economico Scajola una settimana fa, peccato che tanto entusiasmo non sia accompagnato da una reale conoscenza della situazione in cui versano, da ormai due anni, imprese e famiglie.
Il fondo fornisce sconti per l’acquisto di cucine, forni, lavastoviglie, motocicli, ma solo fino ad esaurimento delle risorse. Al raggiungimento della soglia dei 300 milioni di euro, tutto tornerà come prima: niente ammortizzatori, niente investimenti, ognuno pensi per se!
Ma non è tutto. Per scorgere le magagne nel nuovo decreto non c’è bisogno di aspettare l’esaurimento dei fondi. Fin da ora un aspetto è chiaro: per i settori in crisi non c’è niente. Un esempio?
I Senatori Maria Teresa Bertuzzi ed Alfonso Andria, gruppo Pd commissione agricoltura portano alla ribalta un settore spesso ignorato: “Nel decreto incentivi non è previsto alcun intervento specifico a sostegno del settore bieticolo-saccarifero, malgrado l’impegno assunto dal ministro Luca Zaia di trovare 86 milioni di euro necessari alle riconversioni dei 15 ex zuccherifici e alla continuità produttiva dei quattro rimasti in attività. A favore di questo settore, solo una piccola misura che incentiva l’acquisto di macchinari agricoli ed industriali pari al 10%. E’ pochissimo. Daremo battaglia in corso di conversione, cercheremo di recuperare le risorse per gli zuccherifici che impiegano oggi 6 mila lavoratori”.
Ma non è solo l’opposizione a non apprezzare gli spiccioli del governo. Persino Confindustria è estremamente critica: “Le misure adottate – si legge in una nota – sono finanziariamente limitate e molti settori in difficoltà non possono beneficiare dei vantaggi previsti dagli interventi. Chiediamo che le risorse tolte al credito d’imposta per la ricerca siano al più presto ripristinate per garantire quelle imprese che hanno già realizzato gli investimenti in innovazione necessari al superamento della difficile congiuntura economica”.
Dura la critica del segretario PD Pier Luigi Bersani: “La minimizzazione della crisi economica da parte di Berlusconi corrisponde al suo modello di consenso.Lui è sempre vicino al miracolo. Ma Apicella non gliel’ha dato quell’accordo. Loro se la raccontano tra loro, perchè la crisi non c’è per loro, sono al riparo. Quel decreto incentivi è stato annunciato una settimana prima del voto ma sarà un pasticcio dopo. Si va dai tricicli agli aerei supersonici. Con 300 milioni, un decimo di quel che stanzarono per Alitalia! Non basteranno mai. E poi c’è un problema di gestione. e fanno solo danni. E’ tutto fermo da mesi, perchè la gente aspetta gli incentivi e non ha acquistato nulla. E adesso arriva il decreto, per la serie chi prima arriva meglio alloggia. Ma un’impresa come fa a ragionare in dieci giorni? Questi settori hanno avuto già un danno tale che il guadagno che avranno dagli sgravi nei prossimi mesi che non sarà recuperato se non a malapena. E’ come con le liste, siamo in mano a gente che non maneggia gli attrezzi del mestiere”. E sulla crisi, secondo Bersani c’è chi ci ha guadagnato.”Dicono tanto del Tremonti anti-banche – ha detto – ma io guardo i dati. Nel 2009 più 9,9 percento di interessi utili. E nel 2010 si prevede un miglioramento. Certo puoi sollecitare i consumi ma devi spingere sull’innovazione, puntare a risolvere i problemi strutturali della piccola impresa. Serve aiutare le funzioni importanti e nobili come ricerca e internazionalizzazione”.
Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del PD avverte: ”Senza una vera politica industriale gli incentivi che riguardano l’acquisto di moto, macchine agricole, elettrodomestici… serviranno a poco. Dobbiamo spingere sull’innovazione, sulla ricerca, sui settori che sono in crisi, sugli annosi problemi della piccola impresa. I 300 milioni deliberati oggi dal Cdm, che e’ un ottavo di quello che si e’ messo per Alitalia, serviranno in parte a sanare le perdite che da mesi subiscono questi comparti per il solo fatto di essere stati indicati come probabili destinatari di incentivi già da troppi mesi. I danni, insomma, rischiano di essere maggiori del vantaggio” .
“I dati emersi dal Rapporto della Confcommercio sui consumi in Italia dimostrano che la strada del Dl incentivi intrapresa da Scajola e Tremonti è sbagliatissima”. Lo dice Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni Economiche del Gruppo del Pd alla Camera, il quale sottolinea che “la fotografia dello stato di salute del Paese è ormai molto chiara. Gli italiani non sono in grado di affrontare i consumi. Basta ricordare lo straordinario aumento dei prezzi dei servizi regolamentati: nell’ultimo anno c’è stata una crescita nel trasporto ferroviario del 14,6 per cento, nei servizi postali dell’11,2 per cento, nelle assicurazione auto e nei pedaggi autostradali del 7 per cento, nei rifiuti urbani del 6,4 per cento, nei servizio idrico del 6,2 per cento. Il Governo ha cioè consentito aumenti nei servizi regolamentati ben al di sopra della media generale. A cosa può servire ora la promessa di distribuire 300 milioni? Le stesse imprese chiedono interventi strutturali e non decreti a effetto placebo. In realtà, è sui salari e sul livello della tassazione che è urgente intervenire: il Pd lo chiede da tempo ma la strada del ministro Tremonti è bene diversa e non tiene in considerazione l’interesse generale del Paese ma quello di pochi privilegiati”.
da www.partitodemocratico.it
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