Torino, 5.15 ai cancelli della Fiat a Mirafiori. Inizia all’alba l’ultima giornata di campagna elettorale di Bersani che ha incontrato gli operai in entrata alle carrozzerie: “Voglio chiudere qui la campagna elettorale per segnalare cosa abbiamo fatto: non c’è stato luogo, città, regione nella quale non siamo andati, ogni giorno, davanti a una fabbrica, in un quartiere popolare, a incontri con i lavoratori perché voglio che il lavoro torni al centro della nostra discussione pubblica. La crisi non è passata, oggi siamo davanti a una grande fabbrica ma potremmo essere davanti a laboratori artigianali, aziende agricole: dobbiamo reagire con una politica economica che dia lavoro, fare investimenti, mettere un pò di soldi in tasca alla gente”.
Purtroppo la crisi economica non è finita: “Ne abbiamo ancora un bel pezzo davanti e spero che dopo le elezioni arrivi un segnale affinché si parli di problemi veri, ne abbiamo un sacco. Dal risultato del voto mi aspetto un incoraggiamento a che le politica torni a occuparsi di lavoro, di temi sociali, e sento che questo tema viene capito. Come Pd in questi anni abbiamo passato una fase difficile, però sento la possibilità di un’inversione di tendenza, che arrivi una spinta a dire troviamo una strada per cambiare le cose”.
Il segretario del Pd ha inoltre ricordato che “in questo paese c’è ancora un caso Fiat, per questo bisogna che si apra un negoziato nazionale, che il governo trovi il modo di portare al tavolo l’azienda e le organizzazioni sindacali per sapere cosa si vuol fare perchè non può esssere che Fiat presenti il suo piano al mercato il prossimo 21 aprile e il governo non ne sappia niente”. Bersani chiede dunque un tavolo negoziale prima del 21 aprile: “Noi non possiamo diventare la cenerentola della produzione d’auto dove produciamo soltanto il 30% di ciò che compriamo. Noi dobbiamo avere assolutamente un negoziato nazionale sull’evoluzione delle cose Fiat che stanno cambiando in modo strutturale e strategico”.
Per quanto riguarda invece in particolare il futuro dello stabilimento di Mirafiori, Mercedes Bresso ha prospettato una soluzione incoraggiante, spiegando che ieri ha incontrato l’ad della Fiat Sergio Marchionne: “Non solo – ha detto la presidente della Regione – ci ha dato la rassicurazione che Mirafiori per la Fiat resta essenziale, il cuore progettuale dell’azienda, ma ci ha dato anche la disponibilità a collaborare sul piano della ricerca e dell’innovazione, per la realizzazione dell’auto del futuro proprio a Torino”. Si tratterebbe cioè della prima auto a motore ibrido, termico-elettrico.
Alle Regionali il lader del PD si aspetta “un’inversione di tendenza rispetto ad anni nei quali abbiamo preso batoste, mi aspetto di conquistare la maggioranza delle Regioni in palio. Berlusconi è nervoso perchè percepisce un problema e cerca di scansarlo, ha difficoltà a parlare davvero di quel che ha fatto il governo del “fare”», ha detto Bersani. Berlusconi ha difficoltà a rispondere, si fa presto a dire governo del fare, ma precisamente cosa si è fatto? – ha chiesto Bersani – ed è nervoso perchè fino a un paio di mesi fa pensava che saremmo stati all’angolo, confinati in una riserva indiana di 3-4 Regioni e che per tre anni avrebbe avuto delle praterie davanti, ma le cose non stanno così”.
Cesare Damiano,capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera era anche lui ai cancelli della Fiat Mirafiori: “Il confronto con i lavoratori e con le imprese non è un fatto episodico ma una costante della nostra azione politica. Ci battiamo in parlamento e nel paese per costringere il governo ad una svolta radicale.
Le nostre priorità sono una nuova politica industriale che aiuti il paese ad imboccare la strada della ripresa, ammortizzatori sociali universali; una diminuzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e sulle pensioni che migliori il potere d’acquisto delle famiglie e rilanci i consumi. Il PD segue con attenzione tutte le situazioni di crisi industriale e occupazionale: in questo contesto assume rilevanza la presentazione, prevista
per il prossimo 21 aprile, del piano della Fiat.
Non vogliamo inseguire le varie voci giornalistiche ma chiediamo all’azienda di garantire una crescita produttiva nel nostro paese, l’aumento dei modelli da assegnare ai vari stabilimenti, come via maestra per garantire l’occupazione. Il governo non si deve limitare ad inseguire le situazioni, ma decidere di sostenere i fattori di innovazione dei settori strategici della
nostra economia”.
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