Nella serata di lunedì 15 marzo, presso la sede della Provincia di Modena, è stata raggiunta, dopo una lunga discussione, l’ipotesi di intesa sulla vertenza Sicar tra proprietà, Rsu e Fiom/Cgil. L’accordo giunge dopo circa 50 ore di sciopero, il presidio permanente iniziato il 31 dicembre, e dopo l’apertura della procedura di mobilità, il 4 gennaio, per 42 dei 66 addetti nello stabilimento di Carpi.
L’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici convocata in serata alle ore 21 presso la Camera del lavoro di Carpi, ha discusso e approvato all’unanimità l’ipotesi di accordo. Accordo che rimane però ancora sospeso, poiché condizionato alla risposta da parte degli Enti preposti (Ministero del Lavoro e Regione Emilia Romagna) sulla richiesta di allungamento della cassa integrazione straordinaria che scade il 22 marzo prossimo.
L’accordo prevede la riduzione del numero degli esuberi a 39 rispetto ai 42 iniziali. Durante la permanenza in Cigs verrà mantenuta aperta la possibilità di accedere alla mobilità volontaria e, a titolo di incentivo all’esodo, lavoratrici e lavoratori percepiranno 7.500 euro di cui 3.000 ad aprile 2010 e 4.500 al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
Ad integrazione della Cigs, per le lavoratrici e i lavoratori è prevista una quota mensile non inferiore a euro 1.000 composta da anticipazione di Tfr e indennità di mancato preavviso. Queste anticipazioni permetteranno alle lavoratrici e ai lavoratori di avere a disposizione mensilmente circa il doppio del valore della Cigs.
È stata inoltre individuata una soluzione che impegna la Sicar a sanare i contributi non versati dal 2007, riprendendo a versare i contributi correnti e a integrare i contributi non versati. Si recupera così il mancato accordo di lunedì 1° marzo presso la Direzione Provinciale del Lavoro.
La vertenza non è terminata, manca un aspetto fondamentale, l’allungamento della cassa integrazione, senza questo punto essenziale la vertenza non si chiude. Per questo motivo rimane in essere il presidio davanti all’azienda.
comunicato Fiom Cgil