Giorno: 4 Marzo 2010

"Quanto ci costa (davvero) il nucleare", di Tommaso Sinibaldi

Il nucleare arriva alla Corte Costituzionale, con lo scontro tra Stato e Regioni: chi decide sul territorio? Ma al dibattito manca un pezzo decisivo: i costi nascosti del nucleare, messi a carico delle future generazioni senza che nessuno lo sappia. Vi spieghiamo come, in cinque domande e risposte 1. Il problema della “morte” delle centrali nucleari si porrà nei prossimi anni in termini sempre più pressanti? Invece di parlare di “morte” usiamo un termine più appropriato. Gli anglosassoni parlano di “decommissioning” : la migliore traduzione in italiano mi sembra “smantellamento”. Ciò premesso, certamente è così: il problema si porrà già nei prossimi anni e con un “crescendo” pressante per due ragioni. La prima è che la grandissima maggioranza delle centrali nucleari oggi operanti nel mondo sono state ordinate negli anni sessanta e settanta (quelle ordinate dopo il 1979 sono pochissime) e sono entrate in servizio negli anni settanta ed ottanta. All’inizio si assegnava ad una centrale nucleare una vita produttiva di trent’anni : poi si è quasi universalmente convenuto che tale vita poteva essere estesa …

G8, talpe e società fantasma: così funziona il «sistema», di Claudia Fusani

La cricca dei lavori pubblici è intervenuta ovunque fosse necessario e a qualunque costo pur di mantenere in piedi il sistema gelatinoso che ha consentito negli ultimi anni di mettere le mani su gare e appalti milionari al di là e al di fuori di ogni regola di mercato e trasparenza. I nuovi atti depositati dalla procura di Perugia – l’aggiunto Centrone e i sostituti Sottani e Tavernese – e allegati alla richiesta di misura di custodia cautelare per i funzionari pubblici Balducci, De Santis, Della Giovampaola e il costruttore Diego Anemone raccontano soprattutto gli ultimi mesi di attività della cricca, da quando sono cominciate a filtrare notizie molto vaghe sulle inchieste della procura di Roma e poi di Firenze. Si tratta di contatti utili a monitorare e quindi neutralizzare le indagini in corso. E di accorgimenti societari per continuare ad accapparrarsi appalti senza figurare tra le ditte vincitrici. Uno dei capitoli degli allegati s’intitola: «La gravissima attività di inquinamento probatorio in atto con fuga di notizie e informazioni ricevute in tempo reale dagli indagati». …

"Il vuoto al potere", di Massimo Giannini

La democrazia è in pericolo, tuonano le corti berlusconiane di fronte alla bocciatura dei listini di Roberto Formigoni e di Renata Polverini decretata dalle Corti d’appello di Milano e di Roma. Certo, una tornata decisiva di consultazioni regionali dalla quale mancasse l’insegna del partito di maggioranza relativa in Lombardia e nel Lazio sarebbe un test elettorale assai incompleto e incomprensibile. Ma nell’attesa che i tribunali amministrativi dicano l’ultima parola sui ricorsi presentati dal Pdl, e al di là delle complicate valutazioni giuridiche del caso, una considerazione politica si può e si deve trarre. In base a quanto si è visto in questi mesi e in questi giorni, ad essere in pericolo non è la vita della democrazia, ma piuttosto la sopravvivenza del Pdl. Cos’altro è questa farsesca tragicommedia delle liste, taroccate o presentate fuori tempo massimo, se non la plastica dimostrazione di un partito che sta morendo in culla? Cos’altro dicono le convulsioni e i veleni interni al mistico Popolo delle libertà, se non il dilettantismo e l’avventurismo di un esperimento identitario che non ha …

"Il senato approva la legge che modifica l'articolo 18", di Felicia Masocco

Licenziare è più facile, la giusta causa non serve più. Il Senato ha approvato definitivamente una norma che, zitta zitta, aggira l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e lascia ad un arbitro la decisione di decidere se un licenziamento sia giusto o no. L’arbitro decide «secondo equità ». L’attacco all’articolo 18 questa volta è avvenuto in sordina, mentre le proteste, l’attenzione e le energie vengono spese per salvare posti del lavoro a rischio per la crisi. In pratica già nel contratto di assunzione e in deroga ai contratti collettivi, si stabilisce che in caso di contrasto, il datore di lavoro e il lavoratore si affidano ad un arbitrato. «È una scelta » dice il ministro Sacconi. Ma non occorre essere dei geni per capire che un disoccupato che voglia lavorare mette la firma e accetta l’arbitrato. L’opposizione e la Cgil parlano di controriforma. Guglielmo Epifani ha annunciato di essere pronto a rivolgersi alla Corte costituzionale, «così si rende il lavoratore più debole ». Era stata proprio al Cgil, mesi fa a dare l’allarme su quanto …