"Se la politica ha paura della Tivù", di Paolo Mastrolilli
L’Italia va alle urne fra meno di un mese e la televisione pubblica ha deciso di cancellare i programmi di informazione. Motivo: maggioranza e opposizione non si sono messe d’accordo sulle regole condivise per parlare con obiettività al Paese. E allora, invece di cercare una soluzione, il Consiglio di amministrazione ha deciso di tagliare la testa al toro, o ai conduttori, che non andranno più in onda. Lo ha fatto con i voti della maggioranza di centrodestra, quindi senza avere neanche il pudore, o l’ipocrisia, di nascondere che una parte politica ha imposto la propria volontà all’altra, nonostante la Rai sia finanziata con i soldi di tutti i contribuenti. Se un marziano atterrasse domani in Italia, non sarebbe facile spiegargli la logica di questa scelta. Le settimane che precedono il voto, in teoria, sono quelle in cui si discutono i temi concreti che stanno più a cuore alla gente: le tasse, l’istruzione, la sanità, la difesa, la sicurezza, i trasporti, la cultura, le grandi questioni etiche che tormentano la società contemporanea. Quale momento nella vita …