Mese: Febbraio 2010

Abuso di potere

“I talk show, e in particolare quelli della sinistra, hanno fatto abbassare il livello di apprezzamento che hanno i cittadini italiani della classe politica”. Così Silvio Berlusconi, a conclusione di una giornata di contestazioni per la decisione della Vigilanza di sbarrare la strada alle trasmissioni di approfondimento politico 30 giorni prima delle elezioni”. “Se ancora ci fosse stato qualche dubbio – risponde Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21, l’intervento del presidente del consiglio, nonche’ monopolista del settore, rende ancora piu’ esplicito chi sia stato il mandante e chi sara’ il beneficiario delle disposizioni bavaglio. Non a caso, mentre si invoca il bavaglio per alcune trasmissioni, si e’ consentito ad alcuni candidati del centrodestra di imperversare a reti unificate in modo tale da godere di un eccezionale vantaggio che non sara’ piu’ ripristinato da nessun regolamento e da nessuna misura compensativa”. Il segretario dell’Usigrai Carlo Verna conferma ‘una giornata di sciopero dei giornalisti Rai contro il regolamento sulla par condicio. Le procedure sono state avviate e la giornata di sciopero cadra’ non prima di quindici giorni secondo …

"I burocrati del cavaliere", di Giuseppe D'Avanzo

Berlusconi ricomincia là dove s’era interrotto. Riprende il suo lavoro da Bonn, dallo spirito populista, bonapartista e anticostituzionale che ha accaldato il suo intervento al congresso del Partito Popolare Europeo. In quell’occasione, il premier denuncia due organi supremi di garanzia: la presidenza della Repubblica e la Corte costituzionale. Li accusa di essere strumenti politici di parte, al servizio di un “partito dei giudici della sinistra” che avrebbe “scatenato la caccia” contro il premier. Schernisce la Costituzione. Annuncia di volerla, di “doverla” cambiare. In nome del popolo sovrano. Quel giorno, 10 dicembre 2009, diviene chiaro “il sentimento da abusivo con cui il primo ministro italiano abita le istituzioni, mentre le guida”. Egli si sente un estraneo nell’architettura istituzionale che dovrebbe rappresentare. Un estraneo e un prigioniero, perché quell’architettura egli l’avverte come un’armatura che lo soffoca e deprime, mentre pretende di dominarla e maneggiarla come fosse morbida pelle. Quel giorno a Bonn, come osservò Repubblica, è nitida la sfida che Berlusconi lancia: non vuole essere, tra gli altri, garante di un ordinamento. Vuole creare, sotto il segno …

Emergenza ricerca

Meloni e Fassina: con la crisi stanno venendo al pettine tutti i nodi di un sistema che scoraggia gli investimenti delle imprese. Il governo presenti in Parlamento una strategia di politica industriale. Pubblichiamo l’intervento di Marco Meloni, responsabile Università e Ricerca della segreteria nazionale Pd, e Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro della segreteria nazionale Pd. A questo punto in discussione non c’è solo la perdita di competitività dell’economia italiana. A questo punto quella della ricerca in Italia è una vera e propria emergenza, che incrocia ed esaspera gli effetti della crisi economica sull’impresa e sul lavoro. Sono 25 i tavoli di crisi aperti al ministero dello Sviluppo Economico che coinvolgono decine, centinaia o migliaia di ricercatori. Se un numero ormai impressionante di grandi gruppi industriali ad alta tecnologia – ultima in ordine di tempo Glaxo – decide di dismettere i propri investimenti in Italia è perché con la crisi stanno venendo al pettine tutti i nodi di un sistema che scoraggia gli investimenti delle imprese: assenza di politica industriale, lentezza esasperante della burocrazia, incertezza …

"Famiglie più povere e indebitate l´industria è in caduta libera", di Elena Polidori

Siamo tutti più poveri. La crisi falcidia il reddito delle famiglie italiane: quello medio, nel biennio 2006-2008, ovvero alle soglie recessione, scende del 4%; quello mensile (al netto delle imposte) si attesta intorno ai 2.679 euro. Ma una famiglia su cinque vive con meno di 1282 euro al mese e una su tre ha un debito sulle spalle. La crisi mette al tappeto anche la produzione industriale: nel 2009 l´indice accusa un calo del 17,4% rispetto all´anno prima (17,5 corretto per gli effetti di calendario). E´ il peggior risultato dal 1991. Il primo dato arriva dalla Banca d´Italia, il secondo dall´Istat. Entrambe allarmano i sindacati e i consumatori. «Basta pezze», dichiara il leader Cisl Raffaele Bonanni, di fronte alla crisi dell´industria. «Il governo apra gli occhi e abbassi le tasse», gli fa eco Agostino Megale, commentando i contraccolpi della recessione sulle famiglie. Ma il governo cerca di minimizzare: «Confidiamo nella ripresa, pur se discontinua», assicura il ministro Maurizio Sacconi. Dalla Confindustria arriva invece una stima: a gennaio c´è un aumento della produzione dello 0,8% su …

"Nasce il par silentium", di Michele Ainis

Lì per lì, saluti la notizia con un respiro di sollievo: per un mese intero, prima delle elezioni regionali, niente risse fra i politici in tv. Niente liturgie in politichese. Niente talk show in prima serata dove il ministro di turno s’esibisce come una rockstar. Diciamolo, negli ultimi tempi ne avevamo fatto indigestione. Ma nel caso di specie la quarantena non dipende dalla legge dell’Auditel, bensì da quella sulla par condicio. O meglio dall’ultima paradossale applicazione che ne ha dettato la commissione di Vigilanza sulla Rai. Per la precisione, i paradossi sono tre. Primo: l’espulsione della politica dai programmi d’informazione politica. Bruno Vespa, Michele Santoro, Giovanni Floris, Lucia Annunziata potranno continuare le rispettive trasmissioni, dedicandole però ai cuori infranti o alla cucina esotica. Forse sarebbe meglio cambiare conduttore, ma questo la commissione parlamentare non lo ha mai deliberato, in Italia non c’è mica la censura. Secondo: se c’è un momento in cui i nostri connazionali spendono qualche grammo d’interesse verso gli affari del Palazzo, quel momento coincide con una vigilia elettorale. E per dissetarli il …

"Riordino della scuola superiore", di Giovanni Sedioli*

C’era un grande bisogno di riforma della scuola superiore, ma non di “questa” riforma. Le riforme servono a collegare gli ordinamenti, il governo dei processi, i risultati attesi, le metodologie e strumentazioni didattiche, le stesse politiche del personale con le nuove attese sociali, con le trasformazioni culturali in essere, con i cambiamenti avvenuti nel rapporto tra soggetti istituzionali e non, con i pesi assunti dai vari interlocutori nella definizione dei percorsi di vita dei cittadini, non solo dei bambini e degli adolescenti. Insomma, le riforme devono dare corpo ad una “idea di scuola” in cui i cittadini sappiano identificare il loro ruolo ed il loro interesse ed in cui le istituzioni e gli altri soggetti coinvolti trovino la motivazione per investire risorse e idee. Forse è ingeneroso dire “nulla di tutto questo” si trova nel riordino del Governo (positiva, ad esempio, la riduzione degli indirizzi e l’impostazione dei curricula per competenze-abilità-conoscenze), ma il “motore primo” di questa riforma non pulsa in sintonia con quanto prima detto. Senza negare che, almeno per alcuni aspetti, l’avvio era …

Archeologia, Pd: Cda Soprintendenza Roma manda in fumo 1 milione di euro.Ghizzoni: incapacità amministrative ricadono sui lavoratori del settore

“A seguito delle decisioni prese nel consiglio di amministrazione di ieri, la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma rischia di mandare in fumo quasi un milione di euro di fondi già impegnati per il 2009 in contratti, affidamenti e collaborazioni esterne”. Lo rende noto la capogruppo nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, che aggiunge: “la trasparenza degli affidamenti nella pubblica amministrazione è una priorità assoluta ma eventuali dubbi del CdA dovevano essere sollevati per tempo e non all’ultimo momento. Qualora confermati, i ritardi e le esitazioni del Soprintendente e del Direttore Amministrativo determineranno certamente effetti negativi sulla tutela e sulla salvaguardia del patrimonio archeologico di Roma, nonchè sulle attività di catalogo e di studio. E’ ancor più grave che tale incapacità di spesa avvenga in tempi di grave crisi per i bilanci e per coloro che lavorano nel settore. E’ inammissibile che il prezzo di eventuali inefficienze sia pagato dai collaboratori che, preventivi firmati alla mano, dovranno rinunciare agli incarichi, alcuni dei quali già avviati, rimanendo così beffati. Il patrimonio archeologico e …