Mese: Febbraio 2010

"La grande abbuffata da Pompei a padre Pio con gli appalti riservati solo a pochi intimi", di Ettore Livini

Emergenza continua: così funziona il “sistema gelatinoso” La protezione civile dell’era Bertolaso è una multinazionale che ha gestito in due lustri dieci miliardi. La grande abbuffata da Pompei a padre Pio con gli appalti riservati solo a pochi intimi. Molti privati si sono arricchiti, così come alcune aziende che negli anni hanno partecipato alla spartizione dei grandi affari. Emergenza continua. Per L’Aquila – devastata dal terremoto – come per le bufale campane ammalate di brucellosi. Per la drammatica esplosione di un vagone carico di gas alla stazione di Viareggio ma anche per il Congresso europeo delle famiglie numerose o per le regate della Louis Vuitton Cup. La protezione civile dell’era Bertolaso è una multinazionale da 700 dipendenti che nei nove anni sotto la guida del suo potentissimo capo-dipartimento ha cambiato volto e moltiplicato la sua potenza di fuoco. Le catastrofi e le loro conseguenze restano, se così si può dire, il suo core business. Ma un’escalation di ordinanze della presidenza del Consiglio – 330 del Governo Berlusconi dal 2001 al 2006, 46 dell’esecutivo Prodi e …

"Crisi, il governo è in ritardo", di Romano Prodi

Dalla crisi non siamo affatto usciti, anzi ci vorranno ancora molti anni prima di superarla del tutto. Non sono ottimista perché vedo fatica nelle imprese: l’utilizzazione dei macchinari è piombata fra il 60 e il 70% della capacità. È un problema serio: ci vorranno 20 punti di ripresa per ritornare allo sfruttamento pieno degli impianti. Nel frattempo, si indebolisce la struttura finanziaria delle imprese. Rischiamo che nei prossimi mesi diventi estremamente serio il problema degli insoluti. La crisi ha accentuato la tendenza che vede la produzione industriale europea concentrarsi attorno all’area geografica che va da Amburgo a Firenze. Ciò crea forti diversità di interesse fra Paesi europei e all’interno degli stessi. Avere economie che si orientano in modo diverso rende più complicata politica Ue. Ora l’Italia prende solo le briciole: è il risultato della nostra limitata presenza a Bruxelles. La mancanza di una politica industriale italiana e la ridotta dimensione delle imprese consentono alle grandi aziende europee di fare lobby e orientare le politiche e i finanziamenti Ue quasi naturalmente verso i loro interessi. Dobbiamo …

"La favola del Paese che va", di Massimo Giannini

È vero. Questa stralunata «Berlusconomics», attendista e rinunciataria, ha consentito all´Italia di sfilarsi momentaneamente dal girone infernale del Club Med. Oggi, quando si parla di «Pigs», i «maiali» che infettano Eurolandia con i loro conti pubblici in disordine, si evocano Portogallo, Grecia e Spagna. A giudizio dei mercati, la «I» di mezzo non è più l´Italia, che è uscita dall´acronimo infamante. È l´Irlanda, come conferma uno studio appena uscita su lavoce.info. Se si prendono in esame i tre criteri fondamentali per stabilire la tenuta di un Paese (solvibilità, liquidità e recessione con cambio sopravvalutato) il caso irlandese è persino più grave di quello greco. Il debito estero di Dublino è pari a nove volte il Pil, quello pubblico (sull´estero) è oltre il doppio delle entrate, le riserve della Banca centrale coprono solo un 460mo del debito a breve, il cambio reale si è apprezzato del 13 per cento dal 2005 e il Pil è crollato del 7,5 per cento. Il caso italiano, all´opposto, è quello meno grave, almeno per quanto riguarda il deficit, il debito …

"Mani pulite la memoria è finita", di Mario Calabresi

Per cancellare il ricordo, ogni prudenza e la paura, per ricostruire la spavalderia, il senso di impunità e l’arroganza sono serviti 18 anni. Una generazione. Un giro completo di giostra che sembra riportarci alla casella di partenza: 17 febbraio 1992. Diciotto anni fa, l’anniversario esatto cade mercoledì prossimo, veniva arrestato il presidente socialista del Pio Albergo Trivulzio – ospizio per anziani milanese – mentre riceveva una tangente di sette milioni di lire. Si chiamava Mario Chiesa e con quelle manette prendeva il via la stagione di Mani Pulite. In quei giorni si affacciavano sulla scena politica di Milano facce nuove, pulite, che promettevano di parlare una lingua diversa: tra queste quella del leghista Pier Gianni Prosperini e di un gruppo di ragazzi della Gioventù liberale. Il primo è finito in carcere prima di Natale con l’accusa di aver incassato una tangente da 230 mila euro, mentre per uno dei giovani liberali – Camillo Pennisi detto Milko – le manette dei carabinieri sono scattate giovedì, mentre si faceva dare da un imprenditore cinquemila euro in contanti …

Pil in calo del 4,9%, ma il governo non lo sa

Bersani e Prodi alla convention di Manifutura parlano di crisi economica: “Non si cresce con il segno meno”. Da una parte il Pil che va giù, addirittura del 4,9% secondo le ultime rilevazioni dell’Istat. Dall’altra, il governo che dispensa tanto ottimismo e nessuna misura concreta per aiutare famiglie e imprese. Sono questi i dati su cui poggia la crisi economica italiana e sono questi i punti da cui parte la riflessione di Pier Luigi Bersani e Romano Prodi, questa mattina a Pisa per la convention di Manifutura. ”Penso che il governo debba rendersi conto – ha esordito Bersani – che quello che e’ stato fatto fin qui assolutamente non basta. Quindi bisogna fare una manovra economica, sollecitare un po’ l’economia e affrontare con piu’ determinazione la situazione e non continuare a parlare d’altro, processo breve e cose del genere. Purtroppo in questi 20 mesi, abbiamo avuto una narrazione sbagliata. Noi dicevamo dall’inizio che la crisi era seria, lunga, e che bisognava reagire mettendo il paese di fronte al problema e facendo delle politiche piu’ efficaci. …

"Le materie non sono oggetti da imporre, ma strumenti per conoscere!", di Maurizio Tirittico

Chiara Saracco in un passaggio del suo intervento in difesa del Diritto e dell’Economia, anch’esse gettate sull’ara sacrificale dei tagli gelminiani, afferma che “la cultura o è umanistica o al massimo scientifica; una terza via in Italia non è prevista”. Ed ha perfettamente ragione: il tarlo del tardo idealismo ancora presiede l’incultura di chi da decenni amministra la nostra scuola! E ancora si insiste nel ritenere che vi sia una distinzione tra le scienze, ovviamente sempre esatte per antonomasia, e le lettere, sempre affidate all’estro e agli umori di strani personaggi che non sanno neanche quanto fa due più due… Ebbene, non è così! Due culture non esistono, e sono ormai almeno sessant’anni che lo diciamo, da quando un certo Snow ha fatto piazza pulita di tale dabbenaggine! Lo so che ancora ci sono tante persone che hanno studiato lettere perché la matematica non la capivano e altre che hanno studiato matematica perché non sapevano tenere la penna in mano! Ma si tratta di convinzioni di cui è responsabile solo quella cattiva maestra, o quel …