La Gelmini va avanti a colpi “spot” distruggendo la scuola pubblica. L’ultima “sfornata” è la Guida alla “nuova” scuola secondaria superiore. Oltre centoventi pagine che si possono scaricare dal sito del Miur “per orientare gli studenti nelle scelte”. Il tutto alla vigilia del via alle iscrizioni. Iscrizioni ai “nuovi licei, istituti tecnici e professionali della Gelmini” che però sono al buio.
A tutt’oggi nessuno sa che scuola farà il prossimo anno. Non c’è traccia dei regolamenti definitivi: i testi non sono stati pubblicati sulla Gazzetta ufficiale e quindi sono privi di valore giuridico. Di conseguenza le scuole quindi non possono “promuovere” l’offerta formativa. Non possono confermare il bilinguismo. Non possono sapere quante classi prime potranno attivare e su quale organico contare. Nella nuova scuola targata Gelmini c’è di tutto, tranne la programmazione dell’istruzione sul territorio. Si sa soltato che il riordino riguarderà solo le classi prime e che ai licei si studierà meno che alla medie. Come dire, la Gelmini sembra far di tutto per “affossare” la scuola statale. Per di più lasciando oggi più di ieri – i presidi con le casse vuote.
Scuole in bancarotta. Quasi tutti gli istituti statali d’italia hanno finito i soldi. I dirigenti scolastici sono costretti a tassare le famiglie per continuare a sopravvivere e non chiudere i “portoni” per collasso. Il contributo volontario ai genitori viene chiesto per tutto: per pagare le supplenze ma anche per non lasciare le aule e i ragazzi privi di gessetti, carta igenica, detersivi e fotocopie. E’ questa l’unica entrata certa su cui le scuole possono contare per il futuro. Ammonta ad oltre un miliardo il debito del governo con le scuole. Ma la Gelmini non se ne preoccupa, si sottrae al finanziamento della scuola (se è pubblica) e continua ad agire a “colpi” di circolari, come quella sulla compilazione dei bilanci che ha letteralmente messo le scuole in ginocchio. Manuela Ghizzoni, parlamentare del Pd, ha posto la questione in una interrogazione in Parlamento e il sottosegretario Pizza nella replica ha “cercato di attribuiri al governo Prodi” la difficilissima condizione finanziaria degli istituti. Che dati alla mano – sottolinea Ghizzoni – è invece da collegare all’esecutivo Berlusconi. Tra il 2002 e il 2006, infatti, sono stati progressivamente decurtati i trasferimenti delle risorse alle scuole. Una condizione incancrenita poi dalla politica dei tagli del duo Gelmini-Tremonti”.
Lo sciopero del 12 marzo Un regolare avvio del prossimo anno scolastico è sempre più difficile. Il sindacato Flc-Cgil guidato da Mimmo Pantaleo ha impugnato davanti al Tar la circolare ministeriale iscrizioni alla “nuova” superiore. E intanto cresce il tam-tam in tutt’Italia per lo sciopero del 12 marzo, indetto dal più grande sindacato dei lavoratori.
“Macelleria sociale” «Si prospetta una ulteriore macelleria sociale nell’istruzione pubblica. Quelle che la ministra Gelmini definisce riforme si traducono esclusivamente in tagli pesantissimi senza alcuna logica di cambiamento organizzativo, didattico e di programmi». Così Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, commenta gli interventi del governo sulla scuola. «Si peggiora di giorno in giorno -spiega Pantaleo- la qualità dell’apprendimento, negando alle nuove generazioni il diritto allo studio. I regolamenti sulla secondaria superiore, peraltro non ancora pubblicati e quindi privi di qualsiasi efficacia, hanno come unica logica quella di ridurre le ore d’insegnamento e il numero delle materie, nonchè la cancellazione di tutte le sperimentazioni. Nella primaria, dopo avere demolito l’esperienza del modulo innovativo dei tre insegnanti sulle due classi, il prossimo anno -aggiunge il sindacalista – ci sarà meno tempo pieno e, sopratutto, l’impossibilità di garantire il modulo delle 30 ore».
Per Pantaleo, «si svuota di ogni contenuto culturale e didattico l’obbligo scolastico, le scuole sono senza soldi e molti edifici scolastici cadono a pezzi o sono insicuri». «Un vero e proprio disastro – aggiunge – che determinerà nel prossimo anno 25.000 docenti e 25.000 Ata in meno, mentre la ministra Gelmini intende dare soldi alle scuole private.
È ora di ribellarsi – conclude Pantaleo – al massacro della scuola pubblica: per queste ragioni attiveremo in tutte le scuole assemblee permanenti aperte a studenti, genitori, associazioni e precari. Lo sciopero generale del 12 marzo sarà solo la prima importante tappa di una mobilitazione sempre più ampia con forme di lotta sempre più clamorose».
L’Unità 25.02.10