Si prospetta un 2010 ancora più difficile. Un’agenda di priorità sarebbe possibile se il governo si occupasse di problemi reali. In mattinata il Pd modenese ha incontrato Cgil, Cisl e Uil per presentare i contenuti della campagna di mobilitazione del partito sui temi del lavoro, in corso in questi giorni.
Erano presenti, per il Pd, il segretario provinciale Davide Baruffi, il presidente della commissione crisi del Consiglio comunale di Modena Michele Andreana e l’on. Ivano Miglioli, componente della commissione Lavoro della Camera. Per Cgil, Cisl e Uil rispettivamente i segretari provinciali Donato Pivanti, Francesco Falcone e Luigi Tollari.
Riforma ed estensione degli ammortizzatori sociali e sostegno fiscale ai contratti di solidarietà da un lato; sostegno ai redditi da lavoro e delle pensioni, investimenti in formazione e ricerca, incentivi all’economia verde dall’altro. Queste tra le principali proposte per affrontare una crisi che non solo non è finita, ma che presenta oggi il suo conto più salato sul piano sociale, nel momento in cui vanno in scadenza le 52 settimane di cassa integrazione e si accresce la lista della disoccupazione silenziosa per i lavoratori atipici (a tempo determinato o a progetto).
“La Regione Emilia Romagna – sostiene Baruffi – ha investito in questa direzione e sta facendo più di quanto non abbia fatto il governo nazionale con 10 provvedimenti anticrisi. E tuttavia non è sufficiente. Fino a quando il governo non riconoscerà che la crisi non è passata e che la condizione reale in cui versano le nostre imprese e i lavoratori sono drammatiche sarà ben difficile attendersi provvedimenti strutturali sia sul fronte della tenuta occupazionale, sia su quello della difesa dei redditi da lavoro”.
Che la crisi non sia terminata lo affermano anche i tre rappresentanti sindacali, che prospettano un 2010 ancor più difficile sul piano occupazionale e sociale. Manca anche una vera politica industriale, capace di traghettare il Paese fuori dalla crisi puntando su ricerca, innovazione e ambiente: su questo Pd e sindacati concordano, riconoscendo al tempo stesso che anche alla Regione e agli Enti Locali spetta su questo fronte un ruolo decisivo per promuovere nuove filiere produttive.
“Gli Enti Locali hanno assolto a un compito oneroso in questo ultimo anno e mezzo – sostiene Michele Andreana – nella misura in cui il Governo è latitante e tutte le contraddizioni si scaricano sul territorio. La riforma del welfare locale è avviata ma non conclusa e la sessa riorganizzazione delle burocrazie locali può fare ulteriori passi avanti. E tuttavia sarebbe illusorio immaginare che le risorse per includere tutti, estendere e rafforzare i servizi, possano venire solo da comuni e province: occorre una politica nazionale che non c’è e che sta abbandonando le comunità locali a se stesse”.
Non da ultimo il ruolo delle piccole e medie imprese: sostegno nell’accesso al credito, semplificazione amministrativa e rafforzamento degli ammortizzatori sociali anche per gli occupati nelle PMI, miglior riparto del carico fiscale e investimenti locali rappresentano le condizioni essenziali per un rilancio del ruolo degli artigiani di questo territorio, che rischiano invece di pagare il prezzo più alto di una crisi così prolungata.
“Il Parlamento non ha ancora avuto occasione di discutere della crisi – ribadisce l’on. Ivano Miglioli – cosa che non ha eguali nel resto d’Europa: da noi si preferisce inchiodare le istituzioni attorno a questioni che riguardano pochi noti, anziché affrontare i problemi delle imprese, dei lavoratori e delle loro famiglie”.
“Pur nella differenza di punti di vista – ha concluso Baruffi – è possibile affermare che un’agenda di priorità condivise sarebbe possibile. Se il Governo si occupasse di queste cose – lavoro, famiglie, ambiente, scuola – non solo potrebbe registrare quell’unità sindacale che fino a oggi è mancata, ma darebbe agli italiani il senso che, pur nella difficoltà, la politica è concentrata sui problemi reali delle persone”.