«Come funziona il sistema Verdini», di Eugenio Scalfari
Adesso il problema sembra essere quello della corruzione generale. Di tutta la nazione. Di tutto un popolo “che nome non ha”. Di tutta una gente che spunta alla rinfusa “dagli atri muscosi, dai fori cadenti”. Una sorta di scena da teatro senza attori, solo comparse degradate che si sospingono a vicenda, una cenciosa opera da tre soldi dove vengono scambiate miserabili mazzette, abbietti favori, borseggi agli angoli delle strade. Ci sarà pure un Mackie Messer armato di coltello ma non si vede, dà ordini sottovoce all’ombra di quella plebaglia corrotta e corruttibile. La Corte dei Conti ha quantificato il degrado collettivo: da un anno all’altro la corruzione è aumentata del 229 per cento. Anche due giudici della Corte sono tra gli indagati. Anche un giudice della Corte costituzionale è lambito dall’ondata di fango. Anche un magistrato della Procura di Roma. I giornali dibattono l’argomento. Analizzano il fenomeno. Si tratta d’una nuova Tangentopoli a diciotto anni di distanza dalla prima? Oppure d’una situazione con caratteristiche diverse? Allora, nel 1992, si rubava per procurare soldi ai partiti …