Contestata la norma che equipara famiglie e “altre forme di convivenza”. Il governo impugna i Dico all’emiliana davanti alla corte costituzionale. Nel mirino, l’articolo 48 dell’ultima legge finanziaria della Regione. Poche righe che sanciscono da viale Aldo Moro la «parità di trattamento» nell’accesso ai servizi, estesa non solo alle persone e alle famiglie ma anche alle «forme di convivenza». La notizia del ricorso alla corte costituzionale è arrivata ieri sera dalla Regione che subito harisposto per bocca del presidente, Vasco Errani.
«Si tratta con ogni evidenza-ha dichiarato in unanotail governatore -di una scelta po litica».
Il governo ha impugnato un articolo «rivolto esclusivamente a garantire l’accesso alla generalità dei servizi del sistema regionale e locale atutti i cittadini, senza discriminazione».
«Siamo convinti delle nostre buone ragioni e le sosterremo davanti alla corte costituzionale insiste Erranisiamo certi di avere ragione e della piena costituzionalità della norma».
Il riconoscimento delle coppie di fatto, che già da qualche tempo è previsto ad esempio per l’assegnazione delle casepopolari, aveva attirato le critiche della Curia e di alcuni esponenti cattolici del Pd come Mauro Bosi che non votò l’articolo per «timore di ricorsi». Il Cardinale Carlo Caffarra aveva definito la legge «un attentato alle clausole di cittadinanza, una legge gravemente ingiusta che non merita di essere rispettata». Sul delicato tema ci fu anche un incontro «chiarificatore» tra Errani e Caffarra, ma i vertici di via Altabella si sono sempre schierati contro «norme che discriminano la famiglia». Accolta con entusiasmo dalle associazioni per i diritti degli omosessuali e ferocemente criticata dal centro destra, che aveva annunciato «una crociata cattolica contro Errani» con Giancarlo Mazzuca, la legge era poi stata votata con un piccolo emendamento per sostituire la parola «individui» con «persone».
La Repubblica – Bologna
Pubblicato il 20 Febbraio 2010