"Il senso di impunità che non può vincere ", di Marco Vitale
La corruzione è riesplosa nelle sue forme più sofisticate nell’inchiesta di Firenze e nelle sue forme più antiche e artigianali nell’inchiesta relativa alle mazzette del presidente della Commissione urbanistica del Comune di Milano. Si sono, in questi giorni, sentiti molti distinguo tra chi rubava per i partiti: chi ruba per sé, chi ruba per altri motivi. Queste differenziazioni non valgono un fico secco. Non contano i motivi per cui si ruba. Conta che si ruba. Cioè che decisioni che dovrebbero essere assunte «in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione» (articolo 97 della Costituzione) vengono invece assunte in modo improprio, per scopi impropri, violando il principio di efficienza ed efficacia (buon andamento) e il principio di imparzialità. Ciò genera danni gravi al Paese, materiali e immateriali. Quelli materiali sono evidenti ma anche quelli immateriali sono gravissimi: spengono, umiliano, distruggono ogni voglia di ben fare. È vincente la selezione dei peggiori. La frase che corre sulla bocca di tutti, in questi giorni, è terribile: «Sono tutti così». Non è vero (nella stessa Protezione …