Il 27% dei contribuenti italiani – pari a poco più di 11,2 milioni – non paga l’Irpef per effetto «sia del basso reddito che delle deduzioni e delle detrazioni». È quanto emerge dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi relative al periodo d’imposta 2007, presentate quindi nel 2008, le cui statistiche sono state diffuse dal dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia.
Da notare che la forte presenza di contribuenti a zero Irpef si registra nonostante rispetto al periodo d’imposta precedente vi sia stato un aumento del 2,2% del numero totale (ora 41,663 milioni) e anche un incremento del 4,2% del reddito complessivo (pari a 772 miliardi di euro) e dell’imposta netta dichiarata (pari a 142,4 miliardi di euro). Confrontato al 2006 il reddito complessivo medio (pari a 18.661 euro) è aumentato su base nazionale dell’1,9%, con un incremento minimo nelle Isole e massimo nelle regioni del Nord-est.
I contribuenti italiani hanno pagato in media nel 2008 un’Irpef pari al 18,4% del proprio reddito, pari a 4.670 euro. Inoltre, la metà dei contribuenti non supera i 15mila euro di reddito e, più in generale, il 91% dichiara redditi non superiori a 35mila euro e poco meno dell`1% dichiara redditi superiori a 100mila euro annui. Il 52% dell`imposta è pagata dal 12% dei contribuenti con redditi oltre i 35mila euro. L’analisi degli indici della progressività dell’imposta, spiega il Tesoro, mostra un lieve aumento dell’effetto redistributivo dell’Irpef tra l’anno d’imposta 2006 e il 2007.
Il tipo di reddito dichiarato, infine, deriva per il 78% da redditi da lavoro dipendente e da pensione, per il 5,5% da redditi da partecipazione, per il 5% da redditi di impresa e per il 4,2% da redditi da lavoro autonomo. Tuttavia, precisa il Tesoro, i redditi da lavoro autonomo presentano un valore medio più alto (pari a 37.120 euro, circa il doppio del reddito complessivo medio), mentre i redditi da pensione quello più basso (pari a 13.436 euro).
Società di capitali +4,1%: in perdita quasi una su due, al Nord reddito positivo
Nel 2007 le dichiarazioni delle società di capitali hanno raggiunto il milione di unità, con un aumento di circa il 4,1% rispetto al 2006. L’85% sono Srl e due terzi di esse hanno una dimensione limitata, con componenti positivi Irap minori di 500mila euro. Circa la metà delle società opera in tre settori produttivi: commercio (19%), costruzioni (18%) e attività manifatturiere (14%).
Quasi una società su due risulta in perdita. Dalle statistiche emerge che «la quota di società con imposta netta positiva ha raggiunto il 52,6% del totale (circa 526.000), quota sostanzialmente identica a quella del 2006 (+0.2%)». Le società con reddito positivo sono localizzate principalmente nelle regioni del Nord. La distribuzione dell’imposta complessiva è concentrata nelle imprese di dimensioni maggiori: lo 0,8% delle società dichiara il 58% dell’imposta ed il 53% delle società minori (fino a mezzo milione di euro di componenti positivi Irap) dichiara solo il 5,3% dell’imposta.
I soggetti che hanno presentato la dichiarazione Irap per il periodo d’imposta 2007 sono 5.638.935 (-1,62% rispetto al 2006). Tale diminuzione, spiega il ministero, «è stata determinata anche dagli interventi giurisprudenziali e amministrativi sui requisiti di “autonoma organizzazione” dei lavoratori autonomi».
Il 70% dei soggetti Irap ha dichiarato un’imposta per un ammontare di 36,8 miliardi di euro. La distribuzione territoriale, sulla base del luogo in cui è svolta l`attività produttiva, evidenzia che il 56% dell`imposta è prodotta al Nord. Al Centro e al Sud è accentuato il fenomeno di attività svolta nel territorio di regioni diverse da quella in cui è domiciliato il soggetto passivo: al Centro l’imposta dichiarata è il 31,50% del totale e quella prodotta il 22,84%, al Sud invece il rapporto si inverte con il 9,81% di imposta dichiarata e 14,28% di imposta prodotta.
Il Sole 24 Ore 17.02.10