«E’ il momento di ritirare il decreto sulla Protezione civile. Non di correggerlo ma di ritirarlo. E il momento in cui Berlusconi deve venire in Parlamento a riferire cosa è successo. E’ il momento di avviare una commissione parlamentare d’inchiesta». Rosy Bindi, vice presidente della Camera e presidente del Pd, scandisce gli appelli.
Presidente Bindi, deve per ammettere la necessità che la Protezione civile agisca nelle emergenze senza pastoie burocratiche?
«L’inchiesta sulla Protezione civile per gli appalti sulle Grandi opere consiglia una ricerca più accurata del rapporto tra legalità ed efficienza. Se c’è una struttura che in questi anni ha potuto agire anche in deroga a molte delle regole con cui si muove la pubblica amministrazione, questa è stata la Protezione civile, sulla quale si sono concentrate un insieme di funzioni improprie rispetto al fine istituzionale della Protezione civile stessa. Era diventata la struttura per fare in fretta le cose».
Regole contro efficienza?
«Pensare che il rispetto della norma, che le regole siano d’impaccio all’efficienza e all’efficacia dell’azione amministrativa, è sbagliato. Ripeto: il governo ritiri il provvedimento che trasforma in Spa la Protezione civile e il presidente del Consiglio riferisca alle Camere. Occorre trovare nuove modalità che mettano in relazione l’imparzialità, la legalità e il buon andamento dell’ amministrazione con l’eflìcienza».
Bertolaso si deve dimettere?
«Bersani ha fatto appello alla responsabilità del capo della Protezione civile. Verso questa struttura pubblica c’è stato un grande investimento morale da parte del paese: pensiamo a quanti fondi da raccolta libera dei cittadini ha gestito la Protezione civile in questi anni, con quanta generosità gli italiani hanno risposto e si sono fidati, ad esempio nel terremoto dell’Aquila. Un grande numero di volontari agiscono attorno a questa istituzione. E ora, il funzionario pubblico che gode di maggiore credibiità ha vinto quasi tutti i sondaggi sull’uomo dell’anno in Italia, fatti da radio e giornali, si trova indagato in questa difficile posizione. Più di altri ha il dovere di rendere ragione del suo operato. Proprio per questo credito morale affidatogli dai cittadini, è bene fare chiarezza».
Corruzione anche attraverso favori sessuali.
«Non è Francesca, troppo semplice scaricare tutto sui massaggi. Il punto è un altro. Dobbiamo sapere se il denaro pubblico è stato speso bene oppure no: quelli erano fondi per affrontare tragedie, emergenze. grandi eventi. Chi è a capo di una organizzazione, e lo è con un incarico politico e di alta amministrazione, non è responsabile solo delle sue azioni delle quali renderà ragione alla magistratura ma anche del funzionamento della sua struttura, dei collaboratori di cui si circonda, delle imprese affidatarie, del meccanismo con cui queste vengono individuate. Tragga le conseguenze Bertolaso, ma alla luce di questi elementi. Noi vogliamo capire quello che è successo. Al paese interessa sapere cosa è realmente accaduto, per questo Berlusconi deve riferire in Parlamento e si deve costituire una commissione d’inchiesta».
C’è una nuova questione morale?
«Sì, e non solo perché ogni giorno un politico finisce sotto inchiesta. La politica deve affrontare questa realtà, non possiamo lasciare che la magistratura svolga una funzione di supplenza. Fa ribrezzo che mentre c’è il terremoto, mentre la gente muore e i paesi franano, le intercettazioni telefoniche rivelino quelle risate, quel linguaggio, quel cinismo. Tutto questo stride in modo insopportabile».
La Repubblica 15.02.10