Si avvicinano le elezioni, e la destra ci prova coi dossier, rilanciati da «Il Giornale». Inoltre, la Bernini (Pdl) chiama in causa Errani «responsabile politico» del caso Delbono. La replica: «La mia forza è che sono onesto».
Con l’avvicinarsi delle elezioni regionali, si intensifica l’attacco del centrodestra a Vasco Errani. Sull’onda del Cinzia-gate che ha travolto l’ormai ex sindaco di Bologna, Flavio Delbono, il Pdl prova a coinvolgere l’attuale presidente della Regione (ricandidato dal Centrosinistra) con l’obiettivo di trarne un vantaggio alle urne. Secca la replica di Errani: «Non mifaccio intimorire, la mia forza è che sono una persona onesta».
Intanto, Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, dopo aver parlato con Berlusconi in persona della necessità di accelerare la data delle elezioni amministrative di Bologna, ieri ha anche telefonato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che gli avrebbe assicurato «grande attenzione sul tema». Lo sforzo dei centristi, che puntano a votare a ottobre, li allontana (momentaneamente?) da una destra che, in barba al rischio di paralisi della città, preferisce continuare con l’esaltazione dell’arrivo del commissario.
L’attacco al presidente Errani arriva dalle colonne de «Il Giornale» della famiglia Berlusconi, che ieri ha pubblicato un articolo riportando le parole di Giovanni Donigaglia, ex numero uno della Coopcostruttori di Argenta, colosso delle coop “rosse” travolta da un clamoroso crac finanziario e fallita nel 2003 lasciando un buco di un milione e 700mila euro e oltre 3.000 soci truffati.
Un crollo per il quale Donigaglia è stato rinviato a giudizio nello scorso dicembre con l’accusa di banca rotta e associazione a deliquere insieme ad altri 13 dirigenti della cooperativa (la prossima udienza è prevista per marzo).
Il manager su «Il Giornale» parla di cinque agende (risalenti al periodo 1985-1995) sequestrate dai Carabinieri di Comacchio a Vittorio Savini, arrestato nel ‘95 con Donigaglia e altre tre persone per corruzione e turbativa d’asta nell’inchiesta «Laguna pulita». In questi fogli, l’ex numero uno della coop Argenta, ha trovato delle annotazioni, per altro abbastanza vaghe. Date e nomi come «il 17 roba a Vasco», «roba piscina Vasco», risalenti all’89, quando Errani era segretario del Pci di Ravenna. «Sarà quel Vasco?», si chiede in un “catenaccio” il Giornale. E se anche fosse? In mattinata,
poi, era stata la parlamentare e candidata del Pdl alle Regionali, Anna Maria Bernini, a cercare l’affondo, collegando il caso Delbono (per anni vice di Errani) alla corsa per le Regionali: «Più che di questione morale parlerei di questione politica e certamente, da questo punto di vista, c’è la responsabilità di Errani. Se non sapeva cosa succedesse nella sua giunta, abbiamo un grosso problema».
LA REPLICA DI ERRANI
Due bordate a cui Errani replica in maniera ferma e decisa. «Ancora una volta il Giornale della famiglia Berlusconi tenta di gettari fango e sospetti su di me. È un classico – contrattacca il presidente -. La mia risposta è semplice: non mi faccio intimorire. La mia forza è che sono onesto. Questa è la verità». Non è finita, perché il governatore mostra di voler andare fino in fondo: «Se qualcuno pensa di avere un qualsiasi motivo per contraddire questa verità – continua Errani – , allora deve fare una sola cosa, vada alla Procura della Repubblica.
Non ho nessuno scheletro nell’armadio, si accomodi pure». Alcune settimane fa, all’analogo attacco de «Il Giornale» sul caso «Terremerse», lo stesso Errani aveva portato tutte le “carte” alla magistratura per provare la propria trasparenza.
da Unità/Bologna