Giorno: 11 Febbraio 2010

Emergenza ricerca

Meloni e Fassina: con la crisi stanno venendo al pettine tutti i nodi di un sistema che scoraggia gli investimenti delle imprese. Il governo presenti in Parlamento una strategia di politica industriale. Pubblichiamo l’intervento di Marco Meloni, responsabile Università e Ricerca della segreteria nazionale Pd, e Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro della segreteria nazionale Pd. A questo punto in discussione non c’è solo la perdita di competitività dell’economia italiana. A questo punto quella della ricerca in Italia è una vera e propria emergenza, che incrocia ed esaspera gli effetti della crisi economica sull’impresa e sul lavoro. Sono 25 i tavoli di crisi aperti al ministero dello Sviluppo Economico che coinvolgono decine, centinaia o migliaia di ricercatori. Se un numero ormai impressionante di grandi gruppi industriali ad alta tecnologia – ultima in ordine di tempo Glaxo – decide di dismettere i propri investimenti in Italia è perché con la crisi stanno venendo al pettine tutti i nodi di un sistema che scoraggia gli investimenti delle imprese: assenza di politica industriale, lentezza esasperante della burocrazia, incertezza …

"Famiglie più povere e indebitate l´industria è in caduta libera", di Elena Polidori

Siamo tutti più poveri. La crisi falcidia il reddito delle famiglie italiane: quello medio, nel biennio 2006-2008, ovvero alle soglie recessione, scende del 4%; quello mensile (al netto delle imposte) si attesta intorno ai 2.679 euro. Ma una famiglia su cinque vive con meno di 1282 euro al mese e una su tre ha un debito sulle spalle. La crisi mette al tappeto anche la produzione industriale: nel 2009 l´indice accusa un calo del 17,4% rispetto all´anno prima (17,5 corretto per gli effetti di calendario). E´ il peggior risultato dal 1991. Il primo dato arriva dalla Banca d´Italia, il secondo dall´Istat. Entrambe allarmano i sindacati e i consumatori. «Basta pezze», dichiara il leader Cisl Raffaele Bonanni, di fronte alla crisi dell´industria. «Il governo apra gli occhi e abbassi le tasse», gli fa eco Agostino Megale, commentando i contraccolpi della recessione sulle famiglie. Ma il governo cerca di minimizzare: «Confidiamo nella ripresa, pur se discontinua», assicura il ministro Maurizio Sacconi. Dalla Confindustria arriva invece una stima: a gennaio c´è un aumento della produzione dello 0,8% su …

"Nasce il par silentium", di Michele Ainis

Lì per lì, saluti la notizia con un respiro di sollievo: per un mese intero, prima delle elezioni regionali, niente risse fra i politici in tv. Niente liturgie in politichese. Niente talk show in prima serata dove il ministro di turno s’esibisce come una rockstar. Diciamolo, negli ultimi tempi ne avevamo fatto indigestione. Ma nel caso di specie la quarantena non dipende dalla legge dell’Auditel, bensì da quella sulla par condicio. O meglio dall’ultima paradossale applicazione che ne ha dettato la commissione di Vigilanza sulla Rai. Per la precisione, i paradossi sono tre. Primo: l’espulsione della politica dai programmi d’informazione politica. Bruno Vespa, Michele Santoro, Giovanni Floris, Lucia Annunziata potranno continuare le rispettive trasmissioni, dedicandole però ai cuori infranti o alla cucina esotica. Forse sarebbe meglio cambiare conduttore, ma questo la commissione parlamentare non lo ha mai deliberato, in Italia non c’è mica la censura. Secondo: se c’è un momento in cui i nostri connazionali spendono qualche grammo d’interesse verso gli affari del Palazzo, quel momento coincide con una vigilia elettorale. E per dissetarli il …

"Riordino della scuola superiore", di Giovanni Sedioli*

C’era un grande bisogno di riforma della scuola superiore, ma non di “questa” riforma. Le riforme servono a collegare gli ordinamenti, il governo dei processi, i risultati attesi, le metodologie e strumentazioni didattiche, le stesse politiche del personale con le nuove attese sociali, con le trasformazioni culturali in essere, con i cambiamenti avvenuti nel rapporto tra soggetti istituzionali e non, con i pesi assunti dai vari interlocutori nella definizione dei percorsi di vita dei cittadini, non solo dei bambini e degli adolescenti. Insomma, le riforme devono dare corpo ad una “idea di scuola” in cui i cittadini sappiano identificare il loro ruolo ed il loro interesse ed in cui le istituzioni e gli altri soggetti coinvolti trovino la motivazione per investire risorse e idee. Forse è ingeneroso dire “nulla di tutto questo” si trova nel riordino del Governo (positiva, ad esempio, la riduzione degli indirizzi e l’impostazione dei curricula per competenze-abilità-conoscenze), ma il “motore primo” di questa riforma non pulsa in sintonia con quanto prima detto. Senza negare che, almeno per alcuni aspetti, l’avvio era …