Cerimonia al Quirinale per commemorare le vittime e l’esodo degli istriani. Solidarietà ai familiari delle vittime e l’impegno «contro l’oblio e forme di rimozione diplomatica che hanno pesato nel passato e causato pesanti sofferenze agli esuli e ai loro familiari». Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano s’è così espresso aprendo al Quirinale la cerimonia che celebra oggi il Giorno del ricordo dei martiri delle foibe e degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Napolitano ha anche promesso impegno «per la soluzione dei problemi ancora aperti nel rapporto con le nuove istituzioni e autorità slovene e croate.
Il Capo dello Stato ha poi espresso un auspicio: la storia degli italiani in Istria, con l’orrore delle foibe e l’esodo forzato, rappresenta «un capitolo originale e specifico della cultura e della storia non solo italiana ma europea» e dunque secondo lui «deve essere pienamente accolto anche da Slovenia e Croazia che con l’Italia si incontrano oggi in Ue». L’Unione europea è infatti «portatrice di rispetto delle diversità e di spirito della convivenza tra etnie, culture e lingue già secondamente convissute nel passato». La giornata commemora le violenze di massa commesse nell’autunno del 1943 e nella primavera del 1945 per lo più da parte di partigiani titini, il trattato di Parigi del ’47 e l’esodo di oltre 250 mila italiani da Fiume, Istria e Dalmazia. Complessivamente le vittime furono oltre 10 mila.
«Il ricordo di tante persone uccise solo perchè italiane – afferma il Presidente del Senato Schifani in un messaggio – dopo troppi anni di oblio, è un dovere assoluto da parte di tutti. La memoria di eventi così dolorosi deve essere patrimonio perenne e condiviso».
La Stampa 10.02.10
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