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«Bella ciao» Inno alla memoria, di Carlo Lucarelli

Sarà perché sono appena tornato da Auschwitz con il treno degli studenti della provincia di Modena ma le cose che riguardano la memoria in questo periodo mi colpiscono particolarmente per cui ho ascoltato con interesse le parole del nostro presidente del Consiglio al parlamento israeliano. Mi riferisco a quello che ha detto riguardo alla vergogna delle leggi razziali, che sarebbero state riscattate dalla Resistenza.
È vero. È grazie alla Resistenza e alla guerra di liberazione che il nostro Paese ha riconquistato dignità agli occhi del mondo libero, quando un gruppo di patrioti di tanti colori tra cui parecchie sfumature di rosso hanno cacciato i tedeschi che lo occupavano assieme ai collaborazionisti della Repubblica di Salò, facendo giustizia anche di quello che aveva prodotto tutto questo, e cioè il fascismo delle leggi razziali e dell’alleanza col nazismo.
È per questo che una canzone come Bella Ciao che una volta ho sentito erroneamente contrapposta a Fratelli d’Italia da qualcuno che evidentemente non ne aveva capito lo spirito è una specie di inno nazionale ufficioso, che dovrebbe unire tutti quelli che si riconoscono in quel momento di patriottismo e considerano quelle leggi razziali una vergogna. È da lì che nasce la nostra Repubblica ed è quello lo spirito di quella canzone.
Sarebbe bello ricordarsene più spesso della resistenza come liberazione. Che il presidente del Consiglio e molti dei suoi alleati ma anche alcuni di quelli che stanno all’opposizione lo dicessero altre volte, e con chiarezza.
Insomma, ad essere coerenti, mi aspetterei che Berlusconi, da presidente del Consiglio o anche da privato cittadino, fosse presente il prossimo 25 aprile, in piazza, a cantare Bella Ciao.
L’Unità 05.02.10