"La seconda generazione", di Luigi La Spina
E’ troppo pretendere di sottrarre i due episodi di violenza accaduti a Torino allo sfruttamento della campagna elettorale. Eppure, sarebbe davvero necessario evitare, almeno questa volta, il solito rimbalzo polemico di accuse, destinato alla consueta sorte: l’assoluta inutilità a prevenire queste tragedie.nNon esiste, innanzi tutto, una specifica e particolare situazione di criminalità giovanile a Torino rispetto a quanto avviene in tutt’Italia e, in particolare, nelle grandi città. La coincidenza temporale di due agguati è suggestiva, ma le circostanze, le nazionalità degli aggressori e delle vittime, le cause, meglio sarebbe dire i pretesti, per lo scatenamento di una violenza così spropositata e sproporzionata sono tali da richiedere un’analisi distinta. Per non rischiare di aggiungere confusione intellettuale, giustificazionismi sociologici, generico moralismo di fronte al pericolo di un aggravamento del clima di intolleranza che indubbiamente sta montando nella nostra società e, in particolare, tra i nostri ragazzi. L’accoltellamento del giovane romeno da parte di una banda di connazionali in un giardinetto della periferia torinese squarcia il muro di omertà, di sottovalutazione, di indifferenza sul problema della difficile integrazione …