"Venti di guerra nel Golfo", di Maurizio Molinari
Venti di guerra nel Golfo di Aden: il traballante Stato dello Yemen, appollaiato fra Africa e Asia, è teatro di due conflitti sovrapposti che sommano i principali attori della lunga guerra al terrorismo che ha segnato la prima decade del secolo. Il primo conflitto è quello che oppone il governo di Sana’a ad «Al Qaeda nella Penisola Arabica», le cellule jihadiste che hanno le roccaforti nelle province di Shabwa, Marif e Jouf da dove hanno pianificato e rivendicato la fallita strage di Natale sui cieli di Detroit con un’aperta dichiarazione di guerra all’America di Barack Obama. L’evacuazione decisa dai governi di Washington e Londra delle rispettive ambasciate nello Yemen «nel timore di attentati» coincide con una escalation di mosse da parte dei due alleati atlantici: in primis, la scelta di addestrare, armare e finanziare una «forza di controterrorismo» yemenita da schierare in tempi stretti. Poi l’annuncio di una conferenza internazionale il 28 gennaio a Londra fra tutte le nazioni «preoccupate per l’affermarsi dell’estremismo in Yemen», la tappa a Sana’a del generale David Petraeus comandante delle …