"Siamo tutti cittadini di Teheran", di Paolo Giacon
Noi giovani occidentali nonostante la crisi economica, abbiamo brindato con fiumi di spumante, prosecco e champagne, mentre i nostri coetanei iraniani, con coraggio e determinazione hanno continuato e continueranno a scendere in piazza, invocando libertà, democrazia, riforme e quel rispetto per i diritti umani, unica fonte di pace e coesione sociale per qualsiasi nazione del mondo. E vi saranno probabilmente fiumi di lacrime e di sangue. Il mondo guarda a Teheran con il fiato sospeso. La capitale di un paese lontano e spesso indicato come culla dell’integralismo islamico più radicale, sede di una dittatura teocratica che nello stesso tempo spaventa e tiene in scacco il mondo occidentale. Ieri eravamo cittadini di una Berlino divisa e martoriata dalla Guerra fredda, oggi vorremmo scandire anche noi, in farsi, gli slogan per il cambiamento contro la dittatura. Contro tutte le dittature e le teocrazie che insanguinano questo nostro mondo e limitano il libero sviluppo di ogni essere umano. Le poche immagini giunte dalla rete, dai videotelefonini, dai social network ci commuovono, ci indignano. Siamo con le ragazze e …