“Con l’attuale Governo si è aperta per la scuola una preoccupante e lunga fase di incertezza e illegalità. È infatti di questi giorni l’ennesima iniziativa che desta stupore e rammarico: la circolare sulle iscrizioni al primo ciclo, datata 15 gennaio 2010, riduce da quattro a tre le opzioni di attività alternativa previste per gli studenti che non intendono avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Così, dopo circa 20 anni dalla prima adozione di disposizioni annualmente riconfermate e richiamate da ben tre sentenze della Corte Costituzionale, è stata eliminata l’opzione della “libera attività di studio e/o di ricerca individuale senza assistenza di personale docente”. Ma non basta. Sul modulo allegato alla circolare, utilizzato dagli alunni per esprimere la scelta dell’attività alternativa all’insegnamento della religione cattolica, sono ulteriormente ridotte a due sole le opzioni già previste dalla circolare stessa, poiché manca quella relativa alle “attività didattiche e formative”, cioè quelle che – guarda caso – necessitano della nomina e dell’impiego di un apposito docente per tutta la durata dell’anno scolastico. Refuso o una mancanza intenzionale? Ci auguriamo che si tratti della prima ipotesi, alla quale porre immediatamente rimedio, perché se fosse vera la seconda congettura ci troveremmo di fronte ad un fatto molto grave. Con una interrogazione urgente abbiamo pertanto chiesto al Governo chiarimenti in merito, così da annullare le macroscopiche manipolazioni delle disposizioni che da tempo attuano i principi stabiliti dalla Corte Costituzionale per la costituzionalità dello stesso Concordato. Nella medesima interrogazione chiediamo inoltre di spiegare i motivi per i quali si continua a non informare le istituzioni scolastiche che per le attività didattiche e formative alternative all’insegnamento della religione cattolica, programmate nel Piano dell’offerta formativa per la durata di tutto l’anno scolastico, è possibile accedere ai fondi iscritti negli appositi capitoli di spesa degli uffici scolastici regionali, poiché si tratta di attività obbligatorie”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni.
Pubblicato il 26 Gennaio 2010