Giorno: 25 Gennaio 2010

"Perché il potere ha paura del web", di Federico Rampini

Scontro tra Cina e Usa sul motore di ricerca. In gioco c’è la libertà d’informazione. E il concetto di sovranità nazionale ai tempi di Internet. “Il nostro obiettivo è cambiare il mondo”, è uno slogan di Eric Schmid, il chief executive di Google. Lo stesso Schmid che quattro anni fa, all’inaugurazione del motore di ricerca in mandarino, con l’indirizzo locale segnato dal suffisso “. cn”, dichiarò: “Siamo qui in Cina per rimanerci sempre”. Ora quelle due affermazioni – cambiare il mondo, rimanere in Cina – sono diventate tra loro inconciliabili. Se Google non accetta le regole di Pechino, e la censura delle autorità locali, la sua avventura cinese dovrà chiudersi. Lo scontro epico che si è aperto fra la più grande potenza di Internet e la più grande nazione del pianeta, è destinato a ridefinire nei prossimi anni l’architettura globale del web, i limiti geopolitici della libertà d’informazione, e il nuovo concetto di sovranità nello spazio online. Il precipitare degli eventi ha colto tutti di sorpresa, almeno in Occidente. Questo copione non è stato scritto …

"I giovani due volte discriminati, su lavoro e welfare" di Iolanda Buffalini

Il ministro dice e poi si diverte, per la tempesta «in un bicchier d’acqua di laguna» scatenata da una frase detta in Tv. Tanto si diverte che sbaglia, nella nota inviata dal suo ministero, un congiuntivo: «sconcerta che una frase venga rilanciata come se sia un disegno di legge… ». Ancora più sconcertato è Tito Boeri: «Francamente basta, un ministro dovrebbe fare prima di parlare». Il ministro Brunetta propone di dare 500 euro mensili ai giovani, agendo sulle distorsioni del sistema pensionistico. «Mi sembra una sparata per rimediare alla gaffe sui bamboccioni di qualche giorno fa. Un ministro avrebbe il dovere di non andare in televisione a fare annunci se non ha una proposta concreta. E il governo dovrebbe fare prima di parlare». Infatti i 500 euro servirebbero a mandare i ragazzi fuori casa. «Finanziati come e dati a chi? Il vero motivo per cui i giovani rimangono a casa a lungo è che i lavori cui hanno accesso sono pagati molto poco e sono molto instabili. La famiglia svolge la funzione di ammortizzatore sociale. …