Bersani a tutto campo su crisi economica, lavoro, fisco,riforme ed elezioni regionali: “La nostra missione, il nostro orizzonte è essere utili al nostro paese”. Bersani attacca il governo.“La nostra missione, il nostro orizzonte è essere utili al nostro paese. Costruiremo l’alternativa e manderemo a casa uno che da troppo tempo fa correre l’Italia dietro a palle perse. Ci metteremo il tempo che ci vuole ma lo mandermo a casa”. È questa la promessa che Pier Luigi Bersani fa al popolo del PD riunito a Folgaria per la Festa Democratica sulla neve. Nell’intervento conclusivo il segretario tocca i temi che assillano gli italiani, ma che lasciano indifferenti il governo. A partire dalla crisi economica.
La crisi c’è. E il governo? “Nei prossimi mesi il PD si concentrerà su temi veri: lavoro, reddito, piccole e medie imprese, scuola, politiche sociali. Noi non siamo né catastrofisti né pessimisti, siamo al fianco di chi spera in un anno migliore di quello passato, ma non possiamo accettare politica e comunicazione che parlano d’altro e nascondono i problemi. A gennaio sono ripresi lavori parlamentari in tutto il mondo. Andate a vedere su internet: gli altri parlano di lavoro, reddito, fisco, crisi industriale. Noi siamo gli unici al mondo che discutono di processo breve e di queste amenità. Questa è la critica più grave: siamo sempre sui problemi suoi, mai su quelli del paese”.
“Noi parleremo di questa fomosa crisi. Voi ricorderete chesecondo Berlusconi, lo disse nel 2008, la crisi non doveva avere ripercussioni sull economia reale. Poi si passò all’idea che la crisi è psicologica,motivo per cui arrivarono gli psicologi con la frase: “c’è uno spiraglio di ripresa”. Dopodichè siamo passati all’auto compiacimeto: “noi stiamo meglio di altri”. Infine ci hanno detto: “la crisi è alle nostre spalle”. Noi dall’altra parte abbiamo sempre detto che la crisi era profonda. Se avessero ragione loro noi non avremmo niente da dire. Invece mi tocca leggere intervistesse di tremonti in cui si parla di Marx, di imperatori romani, di Dio patria e famiglia, ma non delle cose vere”.
È una vergogna che nessuno chieda ministro perché continua parlare di deficit se prima ne ha accumulato una montagna. Perché se aveva previsto la crisi ha finanziato gli straordinari e tolto la tracciabilità dei pagamenti? Nessuno gli fa queste domande. Noi dobbiamo dirlo in modo popolare, in modo che si capisca, perché chi la racconta difficile è perché imbroglia. La crisi è alle spalle quando si torna dove eravamo, quindi all’occupazione, al reddito, alla ricchezza del 2007. Anche se l’anno prossimo ci sarà acquisteremo un punto di Pil, saremo a 4 punti dal 2007. In questa crisi abbiamo un pavimento lungo e basso, se non lo accorciamo e non lo tiriamo su avremo imprese allo stremo e disoccupati. Confindustria dice che torneremo nel 2007 al 2017. Non possiamo sederci qui e aspettare, perché ci rimpiccioliremo come paese nell’ economia mondiale. In poche parole il lavoro dei nostri figli non ci sarà più. Non possiamo essere d’accordo con quelli che dicono che dobbiamo aspettare, noi abbiamo poco fiato. Dobbiamo mettere soldi in tasca alla gente che ha bisogno: pensionati, lavoratori, famiglie numerose. Ci sono prezzi che si alzano,altro che la cantilena che la crisi fa abbassare i prezzi, alcune categorie vanno tenute sotto controllo”.
Crisi: ecco chi ci perde. Dopoaver parlato di famiglie a reddito basso, Bersani allarga l’elenco dei più colpiti dalla crisi, che in fin dei conti coincidono con quelli più dimenticati dal governo. “C’è la piccola impresa. Tremonti ha fatto passare la teoria che si aiutano le imprese passando per le banche. Cose da pazzi! La Merkel e Obama non hanno mica parlato con le banche quando avevano problemi con Opel e Chrysler. Alle piccole imprese va data una mano direttamente. I fatturati calano e loro non ce la fanno, il fisco ha le sue scadenze e alla fine si passa ai licenziamento. Bisogna scegliere un modo per dare un po di liquidità. Bisogna pensare al lavoro: invece di pensare al ponte sbloccassero i comuni. Si levi il patto di stabilità a quelli che sono pronti a fare un cantiere in sei mesi. Così si da un po’ di lavoro in giro”.
E il governo cosa fa? “Loro non hanno fatto niente, a parte la prima manovra che ci è costata 9 mld che non sonoserviti a nulla. Soldi buttati in Alitalia e negli straordinari. Per il rsto non si può neanche parlare di manovre. Il governo semplicemente sposta soldi come faceva Mussolini con i carrarmati: prendono i soldi della formazione e li spostano da un’altra parte. Non si sono cercati soldi nuovi, invece è così che si fanno le manovre. Hanno semplicemente galleggiato. Gli è tremato il polso perché non vogliono disturbare nessuno, preferiscono ricevere applausi. Quando passo il treno dell’euro noi facemmo una manovra da 3 punti di pil in due settimane e ci invetammo una tassa da restituire, l’eurotassa. L’abbiamo fatto e ci siamo presi bastonate. Se non l’avessimo fatto saremmo nel mediterraneo con carta straccia nelle tasche. Ma si fa così,perché il consenso va usato per governare e non viceversa”.
Crisi: ecco chi ci guadagna. “È una vergogna che si mettano le toppe al bilancio con i condoni. Grazie al governo in questa crisi ci hanno guadagnato in pochi e sempre gli stessi. Le banche ci hanno guadagnato,anzi sii sono tirate su di una spanna. Ci hanno guadagnato i grandi evasori con lo scudo che a questo punto è un ingiustizia anche per i piccoli evasori”. Bersani si cocede una battuta e ironizza: “Adesso ci vorrebbe un sindacato degli evasori normali”. Poi continua nel suo elenco: “Ci ha guadagnato la criminalità. Lo Stato ha preso un decimo di quanto avrebbe dovuto prendere. Teniamo fermo un principio del PD: noi non ne abbiamo mai fatti e non facciamo condoni. Se passa l’idea ache puoi sempre aggiustare una cosa fatta illegalemente, non ne usciamo piu. La crisi deve essere un modo per richiamare al civismo, chi ha di piu deve dare di piu e non di meno”.
Tasse da record. “Hanno riempito la testa degli italiani di illusioni. Una su tutte: quella del fisco. C’ero quando Gianni Letta disse, per conto di Berlusconi: noi aboliamo l’irap, e i giornali andaronoi avanti un bel po’ con questa frase. Poi ci fu la sparata di Tremonti : io sono per illavoro fisso. A me chiedevano: tu che pensi? E io pensavo se era il caso di ridere o di piangere: ci sono 84.000 precari della scuola in giro e tu hai il coraggio di dire che sei per il posto fisso? Dopo 2 nanosecondi di solito viene fuori che è una stupidaggine. Com’è successo per l’Irap che Berlusconi si è rimmangiata il giorno dopo.La scusa ufficiale è che non si possono fare interventi durante la crisi. Ma allora nel resto del momdo sono tutti deficienti?La verità è che in Germania, Usa, Francia non hanno gente che fa correre il paese dietro a palle perse. Non è possibile perché il paese ha dei problemi. Inoltre paghiamo il prezzo della propaganda: un giorno dice che abbassa le tasse, il giorno dice che non le ha alzate. A parte che sono due cose diverse, ma non è vero neanche questo. Volendo citare i tax days tanto cari a Tremonti quando c’era il governo Prodi, adesso paghiamo le tasse fino al 23 giugno: un nuovo record!”.
Scuola,Pubblica Amministrazione e Giustizia: un disastro! “ Non solo non risolvono i prroblemi, ma alcuni pr li aggungono. La scuola, è vero la dobbiamo riformare, ma questi cosa hanno fatto? Sono partiti col grembiule e il 7 in condotta. Hanno cominciato con “mettiamo in riga i ragazzi”. Ma non capiscono che i problemi giovanili non si affrontano così: se uno vuole farsi una canna se la fa anche sul grembiule. Mentre si parlava di grembiuele hanno ridotto drasticamente l’offerta formativa, riducendo il personale. È qui, a parte il disastro che si procura alla scuola,non si pensa lla gente che si lascia per strada. Io ho incontrato gente disperata al sud, precari da 20 anni. Qual è il padrone delle ferriere che oggi fa cosi? Se tagliate dovete quantomeno trovare un percorso. Le famiglie danno la carta igienica ai figli per portarla a scuola, ma in che paesse stiamo andando?”.
Si passa poi alla pubblica amministrazione e al suo ministro: “Questo Brunetta che ora vuol fare anche il sindaco, ci ha tirato la palla dei fannulloni. Nel frattempo le pratiche delle piccole imprese nei confronti della PA sono crescite del 7%…mentre lui correva dietro ai fannulloni. Secondo dati del Ministero del tesoro la spesa per beni e servezi della PA è aumenrtata di 3 mld. Ecco come hanno risolto i problemi! Di nuovo hanno fatto solo le ronde,mentre i polizziotti sono stati lasciati senza benzina. Il loro motto era: non lasceremo la gente per strada. Guarda quanti precari, poveri, disoccupati. Fatti dire dalla Caritas e dai comuni se c’è gente per strada!”
L’ultima voce degli insuccessi del governo è la giustizia: “Dicono che la giustizia non funziona. E ce lo devono dire loro? La giustizia civile e penale va riformata, ma non così. Il processo breve, ad esempio. Perché io lo voglio lungo? Ma si deve alemno stabilire che sia così per i processi non ancora iniziati, non per i processi che sono in corso. Se mi dicono che non intervengono su quelli di persone che aspettano giustizia e che quel che sta andando va avanti,possiamo discuterne. Noi vogliamo un processo giusto, a bevuta pari uguale per tutti, nessuno escluso. Loro sanno che noi non possimo far da spinda a scappatoie e sanno che se si mettono a parlare di riforme, abbiamo idee per cui le regole vengono prima del consenso, siamo per parlamento e per una legge elettorale nuova nuova,perché questa fa schifo e nomina deputati e senatori. Le riforme per uno solo non devono esistere”.
Elezioni regionali: laboratorio per l’alternativa. “La destra si aspetta che il PD,dopo le elezioni regionali, sia chiuso nella sua riserva indianaper poter fare quello che vogliono. Il senso della nostra battaglia è che noi non ci metteremo nella riserva indiana. Non solo per questioni numeriche ma perchè vogliamo che si mostri in questi mesi una capacità di accorciare le distanze con altre forze d’opposizione. Noi siamo per l’alternativa e i governi sul territorio ne saranno la prova”.Poi Bersani passa a disegnare un quadro delle alleanze, senza nascondere problematiche da risolvere: “L’Udc non si definisce un partito di centro sinistra e nelle precedenti elezioni regionali era con Berlusconi. Con Di Pietro ci sono questioni da discutere. Poi ci sono i partiti extra parlamentari e radicali. Non è facile, ma noi non vogliamo fare un accrocchio, vogliamo basarci sulle cose che abbiamo in comune con tutti loro: tutti siamo contro quel modo di fare leggi ad personam, siamo contro un certo modo di vedere l’immigrazioni, vogliamo dare alla gente strumenti per uscire dalla crisi. Le regionali devono mettere in movimento schieramenti competitivi. Non vi nascondo che ci siano problemi a risolvere. Siamo molto avanti nelle scelte dei candidati, abbiamo accordi con Idv partiti extra parlamentari e Udc. Tutto registrato da assemblee all’unanimità. In 8 casi il candidato è PD, solo nel Lazio c’è la Bonino che è una radicale. Siamo noi, ilpiù grande partito d’opposizione, che troviamo soluzioni per rendere competitivo lo schieramento.
Lo statista mancato e il partito in trasferta. Le ultime battute di Bersani sono sul centrodestra: “Le fibrillazioni nel centrodestra dicono che questo paese non sa tirare la palla avanti. Berlusconi si paragona a De Gasperi con la differenza che De Gasperi avrebbe saputo fare il riassunto di quello che ha fatto negli anni di governo, di quello che ha cambiato e innovato. Berlusconi che ha governato piu di lui, ma non saprebbe che dire: meno fisco?piu lavoro?meno burocrazia?Niente di tutto questo!” Poi c’è la Lega: “sembrano a Roma in trasferta. Poi tornano a casa e raccontano quello che gli pare. Loro non sono solo nel governo, sono determinanti. Da quando parlano di federalismo i Comuni non sono mai stati peggio. Gli hanno tolto l’unica fonte autonoma di imposizione, non gli lasciano fare gli investimenti, li lasciano nudi sul fronte sociale. E ci parlano di federalismo”. Bersani prosegue l’attacco: “Ci parlano di sicurezza e lasciano le ronde. Hanno preso i soldi delle piccole imprese e li hanno buttati su Alitalia. Trecento milioni di euro presi dal fondo Piccole imprese deportati nel bailamme di Alitalia. Non puoi venirmi a raccontare che sei sul territorio mentre lo stai svendendo. Ricordati che il colore di un territorio è il suo gonfalone, non è il fazzoletto verde”. Poi ovviamente c’è il leit motiv del federalismo: “Noi siamo eredi –risponde Bersani – di una cultura autonomistica che ha fatto tutto quello che di buono s’è visto in questo paese. Loro mi vogliono dire in 15 anni cos’hanno inventato?”.
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