Bersani parla alle Acli: “I cattolici devono restare nel PD perchè è da noi che si fanno le cose nuove”. E sul processo breve: “Le leggi salva premier tolgono spazio ai problemi veri”. “A chi mi chiede, ‘se noi andiamo con l’Udc, perché i cattolici non possono andare nell’Udc?’, rispondo che e’ da noi che si fa la cosa nuova, quella che non si e’ riusciti a fare prima e di cui il Paese ha bisogno”. Pier Luigi Bersani coglie l’occasione della commemorazione dell’ex presidente delle Acli Livio Labor, per ribadire il legame che unisce il PD tanto all’area cattolica quanto all’area socialdemocratica. “Il tentativo di Labor – ha spiegato il segretario – cattolico ma poi senatore con il Psi, di collegare i movimenti alla politica, di avere delle novità, e’ un tema ancora non risolto. E’ altroché attuale mettere la politica in relazione con i cambiamenti”. Il patron delle Acli spese la sua vita nel tentativo di dare risposte a domande che sono ancora oggi nell’agenda del PD: “il superamento del collateralismo, un sistema riformista legato al cattolicesimo democratico, una laicita’ positiva che accetta le condizioni dello spazio. Altroche’ il bipolarismo etico, la nuova forma di collateralismo”. Quelle istanze di incontro fra due mondi solo apparentemente lontani si concretizzano in un immagine: “Io ho in mente i funerali di Berlinguer, quando il prete dice ‘riposa in pace’ e una milionata di persone risponde ‘amen'”. Comunque per il leader del Pd, “adesso siamo in grado di chiarire alcuni passaggi. Mi viene in mente don Sturzo, che dice ‘per me i conservatori sono fossili, benche’ cattolici'”.
Parlando di alleanze ed elezioni regionali, il segretario chiede all’Udc “coerenza” rispetto alle alleanze delle regionali nelle Regioni del Mezzogiorno. “Ieri dal Pdl c’e’ stato pressing sull’Udc sul Meridione. Ricordo che in Parlamento abbiamo votato un documento comune sul Mezzogiorno su cui il governo e’ andato sotto. Su questo punto c’e’ da rivendicare coerenza”. Sempre sul tema delle regionali, in particolare quella pugliesi ha detto: “Le primarie non sono contro uno o l’altro, ne’ tantomeno sono contro Vendola. Boccia puo’ portare tutti alla vittoria perche’ e’ una proposta di sintesi”. Una battuta è anche per il ministro della Pubblica amministrazione e possibile candidato sindaco a Venezia Renato Brunetta: “”Puo’ fare di piu’, e’ l’antitesi del fannullone, non ha limiti…”.
Il convegno è anche l’occasione per parlare della legge sul processo breve appena passato al Senato e di prossima discussione alla Camera: “Alla Camera lottermo con forza contro il ddl sul processo breve. Nel passaggio dal Senato a Montecitorio poi saranno piu’ chiari gli effetti della legge e questo spero potra’ favorire una riflessione per la maggioranza. Il processo breve è un tema di discriminazione palese e questo può vederlo chiunque”. Dopo l’approvazione del processo breve al Senato la maggioranza “si carica di una responsabilita’ grossa, adesso e’ molto difficile mettersi a fare una discussione serena. La destra ha fatto la cosa peggiore che si potesse fare: distruggere la possibilita’ di giustizia per centinaia di migliaia di persone, cancellare centinaia di migliaia di processi per salvare una persona sola. Questa e’ una macchia indelebile, anche se la battaglia riprendera’ alla Camera. Non si consente mai al Paese di affrontare quelli che sono i suoi problemi. Bisogna fare le riforme di sistema ma abbiamo il Parlamento invaso da iniziative e intese a salvaguardare il premier che tolgono ogni spazio per una discussione seria. In tutto il mondo si parla di lavoro, c’e’ la crisi, ma da noi c’e’ un’agenda che non va. Il Parlamento e’ invaso da centinaia di norme e iniziative per salvare il premier che tolgono ogni spazio alla discussione sulle riforme. Le riforme di sistema vanno fatte, ma la destra si e’ presa la responsabilita’ di peggiorare il clima”.
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