«Ora che sono stato nominato direttore del Padiglione Italia per la Biennale 2011 posso finalmente dire con serenità che esiste una mafia nell’arte. Ci sono artisti come Cattelan, Damien Hirst e Vanessa Beecroft che sono diventati obbligatori. C’è un mondo di interessi economici che consacra alcuni a danno di altri. Mafia è rendere alcuni autori obbligatori e relegarne altri nell’ombra. Mi hanno messo nel massimo del casino. A Venezia sarò il primo commissario antimafia dell’arte, e non avrei potuto divertirmi di più». Come potrete immaginare, chi ha rilasciato questa dichiarazione è un professionista delle frasi ad effetto, il critico d’arte nonché opinionista televisivo con urla incorporate nonché a suo tempo parlamentare per Forza Italia Vittorio Sgarbi. Ora si paragona ai commissari antimafia che rischiano la pelle e devono privarsi spesso di una vita privata decente.
Come probabilmente saprete, e se non lo sapete ve lo segnaliamo, Sgarbi succede al duo dei precedenti critici Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli (entrambi di destra) e sceglierà lui gli artisti dello spazio italiano della prossima Biennale. Lo ha incaricato Sandro Bondi, ministro per i beni culturali che, subito dopo le elezioni regionali, potrebbe lasciare il posto che non ha mai amato al governatore in uscita dal Veneto, Galan. Bondi, in uno slancio di generosità, ha consegnato a Sgarbi un altro incarico di peso e di potere: vaglierà lui le opere che acquisterà il museo d’arte contemporanea Maxxi di Roma la cui apertura è programmata per la primavera. La doppia nomina ha un senso logico: mettere la destra, che nell’arte contemporanea è sempre stata ai margini perché non gliene fregava niente, al centro di un sistema finora sbirciato solo durante i cocktail e le inaugurazioni. La destra al potere vuole occupare anche spazi culturali a lei poco familiari perché li snobbava e non perché – come usano raccontare molti – c’erano i comunisti al potere.
Il critico d’arte, che conosce bene quella antica, ha già detto qualcosa. Alla Biennale gli piacerebbe portare il Cristo Morto di Mantegna, dipinto magistrale, opera fragilissima che quando era sottosegretario ai beni culturali Sgarbi riuscì ad avere in prestito per una mostra a Mantova nonostante il parere contrario dei tecnici. Potenza del potere… Alla Biennale farà di tutto per suscitare polemiche e ci riuscirà. Non esclude uno sperimentatore come Damien Hirst (geniale nell’usare il mercato peraltro) e già lancia qualche sasso: ha detto che al Maxxi vorrà artisti come Gnoli (pittore di gran vaglia, in effetti) Guarenti, Guccione, Ferroni, Sughi, Cordelia Von den Steinen, svizzera, vedova di Pietro Cascella, scultrice figurativa. Il segnale è però più complesso dello stesso Sgarbi e questa nomina ne è una delle tante spie: la destra vuole prendersi ogni spazio e vuole “restaurare” culturalmente e politicamente parlando. Anche un quadro può servire.
L’Unità 22.01.10