C’è un Paese dove si parla di giustizia come della prima cosa da riformare. Mentre nel mondo si parla di lavoro tasse, imprese, ambiente. C’è un Paese dove si dice che la crisi è passata e i giornali pensano solo alle alleanze per le regionali. Mentre nel mondo si affronta la crisi con interventi massicci a sostegno dell’occupazione.
Questo paese è l’Italia ma il rischio è che il governo e l’informazione ci portino verso il mondo di Avatar, il kolossal campione d’incassi ambientato nel mondo di Pandora) persi dietro problemi che non sono quelli delle persone reali.
Ieri sera il segretario del PD, Pier Luigi Bersani, ospite a Ballarò ha affrontato proprio questi temi scottanti: lavoro, fisco, impresa, riforma sanitaria e difesa dell’ambiente. E lo ha fatto portando ad esempio i Parlamenti degli altri Paesi, come la Francia, la Germania o gli Stati Uniti, dove con l’inizio del nuovo anno si è iniziato a discutere di economia reale, mentre i temi di discussione che impregnano la politica italiana in questi giorni, riguardano solo i problemi della giustizia e le candidature alle regionali.
Meno tasse? Una leggenda metropolitana! Il leader del PD ha attaccato sul mantra “meno tasse” di Berlusconi & Tremonti: “E’ una leggenda metropolitana che si pagano meno tasse, con il governo Berlusconi le tasse sono aumentate, quest’anno lavoreremo fino alla fine di giugno solo per pagarle, un girono in più di un anno fa. Siamo sotto il fuoco di una propaganda politica, basta vedere come i telegiornali amplificano le affermazioni tranquillizzanti sull’economia. Noi – ha detto ricordando il governo Prodi – eravamo più attivi nel recupero dell’evasione fiscale. Il ministro Tremonti, invece, ha lasciato cadere la proposta della tracciabilità dei pagamenti, che avrebbe consentito un grande recupero”. Ad Alessandro Sallusti de Il Giornale che sproloquiava di stato di polizia e attacchi alla libertà ha risposto ricordando il suo viaggio negli USA a dicembre: “Pagano tutti tutto con le carte di credito, anche le vecchiette. Così non c’è nero, non c’e evasione! Dobbiamo dare stimolo all’economia – ha insistito Bersani -mettere in moto il lavoro, che viene prima di tutto. Sono positivo e anche ottimista, ma le cose non si aggiustano da sé. Lasciamo stare la grande riforma fiscale che pure serve, ciò che è di primaria importanza è dare un pò di soldi in tasca a chi spende”. E’ lampante l’esempio dell’agricoltura nel sud del Paese: “Ho visitato in questi giorni Sicilia e Calabria, dove le arance restano sulle piante, nessuno le raccoglie e gli imprenditori sono disperati per il crollo dei prezzi”.
Il Parlamento non è l’Ufficio Difesa Presidente del Consiglio…
Il leader democratico ha contestato Bondi: “Io da quando sono segretario ho accettato la sfida di discutere di riforme con il centrodestra. Intendo la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto etc.. Su questo piano, il Partito Democratico è pronto a confrontarsi da domani mattina, se invece si pensa di fare del Parlamento una succursale dell’ufficio di difesa del Presidente del Consiglio, come è successo in Senato con la vergogna del processo breve, il Pd, non potrà esserci. Siamo disponibili a discutere di forme di immunità solo nel contesto di più ampie riforme istituzionali, e non prima di esse” . Bersani ha inoltre esortato Bondi a suggerire al suo governo di “discutere dei problemi reali del Paese o il rischio è che si finisca sulla luna, che si finisca su Avatar”. Un punto su cui non si transige: “Anch’io vorrei che i processi durassero meno, soprattutto quelli in ambito civile che danneggiano anche le attività economiche di tanti italiani, ma se passa una legge del genere, molti processi salteranno”. Poi ha ricordato come anche la magistratura ha inutilmente chiesto alla maggioranza di modificare il testo della norma taglia processi, “ma per il solito problema del premier la maggioranza non ha dato seguito alla richiesta. Eppure sapete qual è il problema? Che la giustizia non c’è per i cittadini”. Se Berlusconi è uno statista , ha spiegato a Bondi “come dice di essere, dovrebbe rispondere da statista, mettere da parte i suoi problemi e affrontare i problemi di tutti. Mentre con l’approvazione del processo breve si creerà uno stallo istituzionale, insanabile per almeno 10 o 20 anni”.
Bondi invece di ascoltare non faceva che parlare delle alleanze fatte dal centrosinistra per le elezioni regionali, così Bersani ha risposto: “Siamo l’unico Partito che ha fatto decidere i propri candidati nelle assemblee sul territorio e in quasi tutte le realtà ha votato all’unanimità”. E ha to la logica che sta dietro le azioni politiche del PD: “Bipolarismo e non bipartitismo. L’obiettivo è quello di accorciare le distanze i tra partiti dell’opposizione, p che vogliono la riforma elettorale, che sono contro il processo breve, e si agisce cercando di ottenere un risultato “in progress”, che non si limiti alle sole elezioni regionali. Il tema è che si possono anche non condividere in toto le scelte dell’Udc sulle regionali, ma se ne prende comunque atto”. Bersani, rispondendo alle polemiche che ci sono state sulla selezione dei candidati, ha inoltre sottolineato che non c’è affatto un ritardo nella scelta: “Il paradosso è che le candidature si chiudono il 20 febbraio, e il Pd piuttosto è in anticipo. Noi siamo l’unico vero partito federale, dove le candidature sono state sempre sancite da Assemblee, alcune delle quali hanno deciso per le primarie; in totale si è giunti ad una decisione definitiva in 9 regioni, e in 8 delle quali ci sono candidati del Pd sostenuti da alleanze più larghe, in un caso in particolare, nel Lazio, ci si appoggia una candidata di grandissimo profilo che è Emma Bonino”. E con un sorriso all’esponente del PDL ha ricordato: “ Le assemblee hanno sempre deciso all’unanimità, e sono aperte, se volete potete assistere, quelle della maggioranza…beh, non so dove si facciano”.
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