Giorno: 20 Gennaio 2010

Scuola, Ghizzoni e Coscia (Pd): obbligo in apprendistato? Un brutto ritorno al passato

“Un brutto ritorno al passato, che mortifica gli sforzi per far acquisire a tutti i ragazzi entro i 16 anni quel patrimonio di saperi e competenze necessario per affrontare la vita adulta con consapevolezza e pari opportunità”. Così le deputate Manuela Ghizzoni e Maria Coscia commentano l’approvazione dell’emendamento Cazzola che estende l’assolvimento dell’obbligo scolastico ai percorsi di apprendistato. “Dopo averci provato invano in finanziaria, ora la maggioranza è riuscita nel proprio intento di stravolgere e svuotare nella sostanza l’innalzamento dell’obbligo di istruzione voluto dal precedente governo Prodi. Speravamo di esserci lasciati alle spalle il doppio binario della Moratti che separava i ragazzi di 13 anni in due gruppi incomunicabili: da una parte gli abili al lavoro con scarsissime speranze di successo personale e professionale, dall’altra gli arruolati allo studio con ben maggiori possibilità di affermazione. Insomma, avanti verso il passato e a farne le spese saranno i ragazzi, precocemente segnati nel loro futuro dalle condizioni sociali, e lo sviluppo dell’intero Paese. Mentre la commissione lavoro approvava questo scempio in commissione istruzione la maggioranza dava il …

Scuola, Pd: con riforma secondo ciclo sarà caos assoluto. Ghizzoni: si poteva rinviare, la maggioranza penalizza le famiglie

“La maggioranza dovrà assumersi le proprie responsabilità per questa scelta, che è sbagliata e che è destinata a produrre gravi disagi agli studenti e difficoltà nella vita delle scuole”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, commenta l’approvazione da parte della VII commissione della Camera dei regolamenti per il riordino della scuola secondaria superiore con il voto negativo del PD e delle altre forze di opposizione. “Questo atto – spiega Ghizzoni – affonda le proprie radici nei tagli di Tremonti imposti all’istruzione pubblica: si è preteso di dare una veste di “pseudo riforma” a ciò che altro non è se non un assestamento di bilancio. Solo così si può spiegare la riduzione di ore di insegnamento, di cattedre, di laboratori, di discipline. A fronte di una necessità vera di riformare dalle fondamenta il nostro sistema delle scuole superiori, per consentire ai ragazzi di affrontare con saperi e competenze adeguate le sfide del futuro, si è preferito impoverire l’offerta formativa. Oggi in commissione la maggioranza non ha voluto accettare la nostra …

"Bertolaso Spa. Così funziona la (stra)protezione civile", di Alberto Statera

Piena libertà e spese senza limiti: con il decreto in discussione al Senato, la struttura guidata da Bertolaso diventa il più autonomo ente appaltatore della Repubblica. Che gestirà ogni tipo di evento “emergenziale”. Dalle calamità naturali ai party di Stato. Una macchina di potere travolgente, che controllerà flussi di miliardi di euro Non ci sono cifre ufficiali, ma in meno di nove anni sarebbero già stati stanziati 10 miliardi. L´irresistibile ascesa del sottosegretario nella classifica dei ministri. Il Pd accusa: è una picconata allo Stato, così un controllato diventa anche controllore. Il Vicerè Bertolaso I sale trionfalmente al soglio di imperatore di tutti gli appalti con il decreto legge, varato la settimana scorsa dal Consiglio dei ministri e adesso in discussione al Senato, che “privatizza” la Protezione civile della nazione trasformandola in una Spa. Altro che la gerarchia dei ministri stilata ufficialmente dal suo mentore Gianni Letta. Guido Bertolaso, dottore in medicina, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e capo del Dipartimento della Protezione civile, scala di fatto l´ordine protocollare superando in termini di potere reale …

Approvato il processo breve al Senato. Finocchiaro: "La priorità della maggioranza è l'interesse privato"

La dichiarazione di voto contrario della capogruppo PD. Per rallentare i tempi dichiarazioni di voto identiche dai senatori democratici. E spunta il condono per i politici. La maggioranza ha approvato al Senato la legge sul processo breve. Giocano con le parole ma vuol dire che criminali e disonesti avranno la possibilità, se non la certezza, di farla franca perché la legge non velocizza i tempi dei processi, ma fissa solo i limiti entro i quali essi devono concludersi o andare in prescrizione. Ma il processo breve non cancellerà solo i dibattimenti ma anche i risarcimenti per almeno 500 milioni di euro che sindaci, parlamentari, ministri e sottosegretari hanno rubato allo Stato truffando e sprecando. Soldi che devono essere restituiti in base alle sentenze della Corte dei Conti. Il ddl 1880 Gasparri-Quagliariello, più noto come «processo breve», nella sua versione corretta e allargata anche ai procedimenti contabili e societari cancella in un colpo solo. Quando ieri pomeriggio l’aula di palazzo Madama ha messo ai voti la norma transitoria che cancella i processi in corso, il senatore …

"Il sospetto", di Gustavo Zagrebelsky

C’è una gran voglia di voltare pagina e guardare avanti. Quello che è stato un Paese riconosciuto e rispettato per la sua politica, la sua cultura, la civiltà dei rapporti sociali, è ormai identificato con l’impasse in cui è caduto a causa di un conflitto di principio al quale, finora, non si è trovata soluzione. Sono quasi vent’anni che il nodo si stringe, dalla fine della cosiddetta prima repubblica a questa situazione, che rischia d’essere la fine della seconda. La terza che si preannuncia ha tratti tutt’altro che rassicuranti. Siamo probabilmente al punto di una sorta di redde rationem, il cui momento culminante si avvicina. Sarà subito dopo le prossime elezioni regionali. A meno che si trovi una soluzione condivisa, che si addivenga cioè a un compromesso. È possibile? E quale ne sarebbe il prezzo? Se consideriamo i termini del conflitto – la politica contro la legalità; un uomo politico legittimato dal voto contro i giudici legittimati dal diritto – l’impresa è ardua, quasi come la quadratura del cerchio. Per progressivi cedimenti che ora hanno …

"Stipendi, le italiane costrette ancora ad inseguire", di Raffaelo Masci

Il sito si chiama www.ingenere.it ed è costituito da economiste serie toste. Quindi picchia duro: le donne in Italia prendono il 30% in meno degli uomini. Questo dicono i numeri. Marcella Corsi, che insegna economia alla facoltà di Scienze politiche della Sapienza, è una animatrice del sito e spiega la questione: «Qui da noi il divario di retribuzione e di reddito tra uomini e donne è ancora molto evidente. La Banca d’Italia pubblica ogni anno un’indagine sui bilanci delle famiglie e, alla luce di questi dati, viene fuori che, fatto 100 il reddito di un uomo, quello di una donna era 68 nel 1977 e dopo infinite battaglie e laboriosi processi di emancipazione, nel 2006, era 79. Salito, dunque, ma di appena 11 punti in 30 anni». Il dato è sconfortante, tant’è che «essere poveri in Italia – continua Corsi – vuol dire nella maggior parte dei casi essere donna single, monoreddito e con figli a carico». Una elaborazione dell’Ires-Cgil su dati Inps, riferita agli ultimi mesi, è illuminante: retribuzione di un lavoratore pre-crisi 1430 …

"Se la scuola va avanti con i soldi dei genitori", di Giuseppe Marotta

Il contributo volontario versato dai genitori è da anni prassi comune nelle scuole. Serve a finanziare l’ampliamento dell’offerta formativa che ciascun istituto decide autonomamente. Ma è anche una voce di bilancio certa e prevedibile nei tempi di incasso. Tanto che il ministero consente ora di ricorrervi per colmare la carenza dei finanziamenti statali per le spese ordinarie necessarie all’erogazione del servizio scolastico base. Equivale all’imposizione di una nuova tassa, regressiva perché di ammontare fisso indipendentemente dal reddito. Da diversi anni al momento dell’iscrizione dei figli a scuola viene chiesto ai genitori un contributo “volontario”, con la motivazione che serve per finanziare l’assicurazione per lo studente e soprattutto per consentire l’ampliamento dell’offerta formativa. La dimensione dell’obolo ha raggiunto livelli relativamente elevati, prossimi ai cento euro nelle scuole medie superiori, con valori più contenuti ma sempre significativi nelle scuole elementari e medie inferiori, finendo per rappresentare una componente stabile e prevedibile quanto ai tempi di incasso tra le entrate di bilancio degli istituti. Nel 2007 il decreto Bersani ha previsto la detraibilità di questi contributi, che rientrano …