Giorno: 14 Gennaio 2010

"Port-au-Prince, a mani nude tra le macerie della città che non c'è più", di Maurizio Molinari

Impressionante il numero delle vittime. Un politico locale: forse 500 mila. Ancora incerto il destino degli italiani sull’isola: 70 su 190 stanno bene. Dai finestrini del bimotore dell’Air Caribe la capitale di Haiti appare un cimitero di rovine a perdita d’occhio. È il primo aereo civile che arriva da Santo Domingo all’aeroporto di Isabelle e atterra su una pista dove pochi poliziotti tentano di tenere a bada centinaia di persone che cercano di fuggire sui pochi aerei militari arrivati per portare aiuti. In città il palazzo del presidente è crollato, il parlamento è in macerie, la cattedrale non c’è più, come anche dozzine di chiese e l’ospedale principale. Centinaia di corpi coprono le strade giacendo sotto cumuli di polvere attorno ai quali i sopravvissuti si aggirano in religioso silenzio o gridano disperazione e rabbia, braccia aperte verso le nuvole basse del cielo dei Caraibi. Si levano canti di disperazione e nenie religiose, come preghiere lanciate in un vuoto disperato. Non c’è nessuno che raccolga le salme, ciò che resta dell’autorità governativa sono scarni comunicati trasmessi …

Sul taglio delle tasse Berlusconi fa retromarcia. L'avevamo previsto

Bersani: “Giravolta irresponsabile. Quando bisogna aiutare famiglie e lavoratori, la crisi non c’è. Quando bisogna ridurre le tasse, la crisi c’é!”. Gli esponenti PD e i commentatori di pdnetwork.it avevano visto giusto fin da domenica: “Silvio si rimangerà tutto, è dal 1994 che promette di abbassare le tasse e non lo fa”. In fondo, è solo una vecchia tattica, ormai: alle prese con una grottesca battaglia ad libertatem (la sua) sulla giustizia, il premier getta fumo negli occhi riproponendo la favola delle tasse più leggere con due aliquote. Per poi smentirsi. La prima volta è stata nel 1994. Da allora, Berlusconi non ha mutato di una virgola le sue abitudini: nei momenti critici, niente di meglio che gettare fumo negli occhi ai cittadini, tanto meglio se, in quel momento sono elettori, promettendo di arricchire i portafogli. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parla di una “irresponsabile giravolta. Prima l’Irap, poi la riforma fiscale…annunci, propaganda e rapidissima marcia indietro. Mi pare una inaccettabile presa in giro. Quando si tratta di fare interventi per il lavoro …

Scuola, l’integrazione si fa investendo. Non con i "tetti", di Luigi Berlinguer

Da anni tante amministrazioni di centrosinistra praticano politiche educative di integrazione. Diritto fondamentale è garantire a tutti – non uno di meno – l’accesso all’istruzione. Forse c’è un’astuzia di stampo leghista nell’idea del tetto del 30% di alunni immigrati per singola classe e qualunque misura che cerchi (subdolamente) di ghettizzare quei bimbi va combattuta: l’esito, brutale, sarebbe una Rosarno sotto altra forma. La composizione eterogenea di una classe scolastica è una forma peculiare di biodiversità educativa. È moralmente e civilmente educativa e produce risultati didattici più efficaci. Condizione della qualità e del successo didattico è l’integrazione dei diversi alunni, la costruzione di un gruppo che fonda un equilibrio più avanzato capace di esaltare il metodo didattico. Le classi non si possono comporre a caso perché non si può abbandonare a se stessi i bambini in un’aula senza pretendere reali risultati educativi. Lo squilibrio numerico può essere fatale. Ma se un bambino immigrato conosce perfettamente l’italiano, vive la nostra “cultura”, non va inserito in una quota di “diversità”. Ritengo, non da oggi, che esistano due diritti …