Bersani incontra i vertici della Procura di Reggio Calabria dopo l’attentato dinamitardo di domenica scorsa. Insieme ai dirigenti regionali del Pd, il segretario Pier Luigi Bersani ha incontrato i vertici della Procura di Reggio Calabria dopo l’attentato dinamitardo di domenica scorsa. “Siamo qui – ha dichiarato il leader democratico – per portare solidarietà alle Procure e incoraggiamento a proseguire un’azione che si è sviluppata con grande forza e determinazione e vogliamo che anche i riflettori dell’Italia onesta siano puntati in questi luoghi. Qui si sta consumando una battaglia rilevantissima per tutto il Paese”.
“Ogni passo anche piccolo è buono – ha aggiunto Bersani – ma è chiaro che c’è un problema di organizzare una rete più complessiva. Non si tratta quindi solo di organici o di occasionali potenziamenti delle forze di polizia”.
Bersani ha voluto esprimere un elogio al procuratore generale Salvatore Di Landro per il “preziosissimo lavoro che sta conducendo la magistratura di Reggio Calabria”.
Il segretario del Pd ha quindi ribadito la volontà di incalzare il governo nell’attuare gli impegni presi per la lotta alla criminalità organizzata. “Con la presenza dei ministri Maroni e Alfano – ha dichiarato Bersani – sono stati formulati alcuni impegni e abbiamo in corso normative rilevanti per la lotta alla mafia e alla ndrangheta. Nei colloqui di oggi abbiamo voluto individuare come partito come contribuire ad una risposta efficace e comune tecnicamente valida e rafforzata di strumenti adeguati nella lotta alla criminalità organizzata. Incoraggeremo il governo ad attuare gli impegni presi e a farlo speditamente. E’ una battaglia dura contro un avversario, un nemico ben radicato nel suo territorio e che da lì si allarga in maniera preoccupante in altre aree del Paese. Temo e voglio sottolinearlo che in questa crisi di liquidità delle imprese, da est a ovest e da nord a sud, ci siano le condizioni, purtroppo, di un’occasione straordinaria per il crimine organizzato”.
Bersani, rispondendo ai giornalisti, ha duramente criticato il governo per il flop dello scudo fiscale. “Ha favorito solo i grandi evasori, le banche, che hanno fatto buoni affari. Il fisco no, perché ha preso una miseria rispetto al 40% che doveva prendere ed è anche certo, che una parte di questi movimenti di capitale ha favorito ingenti operazioni illecite. Ecco perché da questo paese deve scomparire la parola condono”.
A.Dra
www.partitodemocratico.it