La fama di candidata che «piace alla sinistra» si va dissolvendo per Renata Polverini, candidata per il Pdl alla presidenza della regione Lazio, che ieri ha iniziato la sua campagna elettorale in giro tra festeggiamenti della Befana. Appena ha deciso di candidarsi s’è attaccata al suo carro La Destra di Francesco Storace, bramoso di partire alla «riconquista», annuncia sul blog, di quella Regione dalla quale uscì travolto dal Laziogate, perché i suoi uomini-haker si infiltrarono nel data base comunale delle liste di Alessandra Mussolini. Tant’è che, al traino di quella che con toni imperiali definisce la «nostra condottiera per la vittoria», l’ex Governatore si candida come capolista in tre circoscrizioni: a Roma, Frosinone e Latina.
Un’altra presenza di estrema destra appesantisce l’immagine di colei che Vittorio Feltri ha definito, con maschilismo negato, una «Epifani in gonnella». La faccia «nera» di Adriano Tilgher, ora leader del «Fronte Sociale nazionale», curriculum da fascista orgogliosamente mai diventato ex che oggi, nella lettera a Storace in cui accetta la candidatura alle Regionali, dice «che avrà senso solo se avrò vicino te, i tuoi amici e camerati». Un passato segnato da pietre miliari dell’estremismo fascista, dal Fuan alla fondazione di Avanguardia Nazionale con Stefano Delle Chiaie, nel 1970, che fu disciolto nel ‘76 e Tilgher condannato al carcere con l’accusa di ricostruzione del partito fascista. Arrestato di nuovo nell’82, tornò libero nell’87, fu poi assolto con formula piena dalle accuse di reati associativi e poi risarcito dallo Stato per ingiusta detenzione. Lo spirito però è sempre quello, tanto nazional popolare da tenerlo lontano dai «liberismi» berlusconiani. Dette del «traditore che tratta con i liberisti» anche a Pino Rauti, che lo espulse dalla Fiamma Tricolore.
Così disse Tilgher nel 2003 in un’intervista a Beppe Niccolai, «Hitler? Un uomo che ha lottato per il suo popolo, incorrendo, secondo la storiografia ufficiale, in alcune storture. Siccome chi contesta la storiografia ufficiale oggi commette un crimine, cambiamo argomento». Ora Tilgher ha tappezzato Roma di manifesti con il suo nome. Va contro la Polverini, per ora, Forza Nuova di Roberto Fiore. Storace martedì è andato a pranzo da Berlusconi ad Arcore, e lì ha definito le alleanze con il Pdl per le regionali in tutta Italia. Non lo considera un ritorno all’ovile del Pdl, però: «E io che faccio, la pecora?», risponde con una battuta al telefono con l’Unità , «ricordo che Berlusconi venne alla Costituente de La Destra e ci diede il benvenuto nel centrodestra». (certo il suo socio di partito è Teodoro Buontempo, detto a Roma «Er Pecora)… Nel 2008 il veto di Fini, sostenuto da Berlusconi, impedì allo scissionista Storace di allearsi da esterno con il suo simbolo. Ora l’ufficio politico del Pdl «ha votato all’unanimità l’alleanza», spiega l’ex Governatore. Che parla «con Berlusconi» e semmai con La Russa, ma sostenere la candidata finiana Polverini è un piatto ghiotto per tornare in campo. Magari si guarderanno in cagnesco con Alessandra Mussolini. Lei, già riaccasata nel Pdl, con noi scherza: «A volte ritornano…. Se va bene a Berlusconi va bene anche a me». Neppure Storace si appena: «Mi è indifferente, ma non credo che ci incontreremo, io farò comizi a nome de La Destra». Nel suo blog l’ex Governatore illustra politiche sulla sanità regionale, quando dal centrosinistra gli hanno sempre contestato una gestione deficitaria che è pesata sul Lazio. Certo anche lui è intriso di retorica della cultura fascista (per loro non è un’offesa), nella Radio22 come la data della Marcia su Roma, o nell’inno tricolore che karaoka sul blog, con la Fiamma ardente che saluta: «Ave sacro cuor d’Italia, il partito è la legione».