economia, politica italiana

L'inflazione cala, i prezzi si impennano

Dal gas al canone Rai, dall’assicurazione auto ai biglietti di treni e aerei: nel 2010 le famiglie spenderanno 590 euro in più. Damiano: “Il governo sostenga sviluppo e reddito”. C’è la buona notizia: l’inflazione è in calo. Il dato diffuso dall’Istat per il 2009, +0,8%, è il minimo storico da oltre 50 anni. Poi c’è la cattiva notizia: i prezzi dei servizi pubblici si impennano vertiginosamente. Nel 2010 tutto, dal canone rai ai biglietti del treno, costerà di più. Fra due notizie stridenti e contrastanti si immette il solito governo Berlusconi. Quello sciatto e superficiale che per mesi ha negato la crisi, quello che volta le spalle ai lavoratori di Ispra, Eutelia, Termini Imerese, quello che alle famiglie in difficoltà propone una finanziaria light, quello che oggi festeggia la buona notizia e cestina quella cattiva.

Gli italiani non possono fare lo stesso: quegli aumenti pesano e peseranno sulle loro tasche per ancora molto tempo, mentre i dati sull’inflazione, per quanto positivi, rischiano di rimanere numeri sulla carta, irrilevanti per chi deve sbarcare il lunario.

Prezzi alle stelle. Secondo le associazioni dei consumatori Federconsumatori e Adusbef i servizi pubblici come canone Rai, bolletta del gas, autostrade, tariffe aeroportuali costeranno ben 590 euro in più a famiglia su base annua. Dal primo gennaio il pedaggio sulle tratte di Autostrade per l’Italia, che gestisce il 53% della viabilità nazionale, aumenterà del 2,4%, esattamente come lo scorso anno. Dopo un anno di ribassi, che hanno rappresentato per la spesa media della famiglia tipo riduzioni di 185 euro nel 2009, tornano a salire le tariffe del gas. Da gennaio i prezzi di riferimento saliranno del 2,8%, ovvero circa 26 euro in più su base annua..Anche il canone Rai per il 2010 è stato fissato in 109 euro con un aumento rispetto al 2009 di 1,50 euro. Da marzo gli scali aeroportuali potranno applicare rincari tra 1 e 3 euro, in base al volume degli investimenti e al numero di passeggeri di ogni scalo. Un aumento che le compagnie aeree metteranno a carico dei passeggeri attraverso i biglietti aerei. L’aumento sarà di 65 euro con un aumento di 3 euro a biglietto. Ogni famiglia, secondo le due associazioni dei consumatori, spenderà 130 euro in più (aumento medio del 15%) per l’assicurazione Rc Auto. Il ricorso al giudice di pace per contestare le multe costerà 55 euro in più per ogni ricorso. L’aumento per il consumo di acqua sarà di 18 euro a famiglia. Viaggiare in treno costerà 65 euro in più. Aumento stimato di 35 euro per la tariffa sui rifiuti solidi urbani. Aumento di 30 euro per i servizi bancari. Ben 80 euro in più per le rate dei mutui. I rincari registrati nell’ultima parte del 2009 avranno un effetto sul 2010 di circa 90 euro in più per i carburanti.

L’analisi del Partito Democratico. Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori commenta: “La bella notizia che in Italia l’inflazione continua a calare e che il costo della vita nel 2009 è aumentato solo dello 0,8% pone seri interrogativi sul funzionamento del nostro sistema-Paese. Come è possibile, infatti, che con un’inflazione così bassa all’inizio del 2010 siano aumentati ben oltre lo 0,8% gas, benzina e gasolio, autostrade, servizi idrici, assicurazioni auto e biglietti aerei, treni, canone Rai, tasse sulla spazzatura e servizi bancari? Sono tutti servizi pubblici essenziali per la vita quotidiana dei cittadini. Alcuni di essi vengono addirittura erogati in regime di monopolio e non sempre con modalità soddisfacenti. Si tratta di servizi per i quali aumenti oltre la soglia dell’inflazione non dovrebbero essere mai possibili. C’è qualcosa che non quadra. Viene il sospetto che i rincari siano stati imposti esclusivamente per strategie aziendali”.

Mentre al ministro delle Attività Produttive, che aveva definito il dato Istat la “conferma del fatto che il potere di acquisto dei cittadini non e’ stato penalizzato ed e’ anzi in molti casi aumentato”, replica il capogruppo del Pd nella commissione Lavoro della Camera,Cesare Damiano: “La penalizzazione o meno del potere d’acquisto non può essere valutata semplicemente sull’ultimo dato dell’inflazione, ma deve essere rilevata su un periodo storico sufficientemente significativo. Nell’ultimo decennio c’è stato un trasferimento di risorse a svantaggio del reddito e a favore delle rendite e dei profitti, che deve essere ora recuperato. Non c’è dubbio che avere un’inflazione bassa è sicuramente un fatto positivo, ma non va dimenticato che in questo caso è il frutto di una bassa crescita. Si possono, in questa situazione, cogliere due obiettivi. Agganciare le pensioni all’andamento del costo della vita, senza un dispendio eccessivo di risorse e abbassare la pressione fiscale sulle retribuzioni. Ciò consentirebbe di migliorare il potere d’acquisto delle famiglie e di aiutare la ripresa dell’economia. Il momento può essere opportuno, ma occorre che il governo decida di sostenere contemporaneamente sviluppo e reddito”.

Poco entusiasta anche il Codacons, che pur ammettendo il calo dell’inflazione, frena: “non abbastanza, considerata la contrazione dei consumi che ha caratterizzato l’anno della crisi appena trascorso”. Il dato relativo all’inflazione “va rapportato alla crisi economica in atto, che ha prodotto una diminuzione dei consumi, anche questa senza precedenti storici”. Per l’associazione dei consumatori, “il tasso d’inflazione avrebbe dovuto essere addirittura negativo e non positivo”, tenendo conto del vistoso calo della domanda, “che ha riguardato anche beni necessari come gli alimentari”. “Se questo non è accaduto – prosegue il Codacons – è solo perché in Italia siamo ben lungi dall’essere in un libero mercato”.
Iv.Gia
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