Anno: 2009

Sanità, il senato Usa approva la riforma, Obama accarezza la vittoria

Il senato statunitense ha approvato la legge di riforma sanitaria voluta dal presidente Barack Obama. Grazie a sessanta voti a favore (58 democratici più i due indipendenti) la supermaggioranza di 60 voti è stata raggiunta, impedendo ai repubblicani di fare ostruzionismo. La riforma permetterà a oltre 30 milioni di americani di ottenere la copertura assicurativa. Il testo approvato dal Senato non è identico a quello già passato alla Camera dei Rappresentanti: il via libero definitivo arriverà dopo l’armonizzazione tra i due testi. In ogni caso, si tratta di un evento storico, nonché di una grande vittoria politica del presidente democratico. Ai repubblicani però la riforma sanitaria non va giù. Al punto che uno di loro, il senatore Tom Coburn ha pubblicamente incitato i connazionali a pregare affinché almeno uno dei rappresentanti democratici sia costretto dal fato a disertare le sedute finali per l’approvazione della legge. La speranza è che da qui a febbraio manchi quel sessantesimo voto necessario ad impedire l’ostruzionismo dell’opposizione in aula. MACABRO AUGURIO Poiché si dà il caso che l’anziano senatore Robert …

Bersani al governo: tutelare i lavoratori Eutelia

Il caso più emblematico è quello dei lavoratori Eutelia e riferendosi a loro il segretario del PD, Pier Luigi Bersani, ha annunciato di voler proporre alla maggioranza di istituire un Fondo che anticipi gli stipendi a loro dovuti, andando a coprire un buco normativo. La dichiarazione di Bersani. La pesante crisi in corso ha determinato, per molte le realtà produttive italiane strutturalmente solide, notevoli difficoltà sia per le prospettive aziendali sia per i lavoratori. Le normative vigenti, innanzitutto quelle relative al sostegno al reddito dei lavoratori, non coprono tutte le fattispecie di crisi aziendali oggi evidenti. In particolare, vi sono aziende abbandonate dal management e dalla proprietà nelle quali i lavoratori non solo non ricevono da mesi le retribuzioni dovute, ma non possono nemmeno accedere ai trattamenti di disoccupazione, né richiedere anticipazioni del TFR, fin quando non sia formalmente dichiarato lo stato di crisi. In tale situazione, si trovano, ad esempio, alcune migliaia di lavoratori del gruppo Omega-Eutelia, da oltre 6 mesi senza stipendio e senza alcun sostegno al reddito. I lavoratori del gruppo Omega, …

«ISPRA. Vigilia di lotta anche per i ricercatori ambientali», di Sara Farolfi

Dal tetto di via Casalotti si vede nitidamente lo stato in cui versa la ricerca italiana. Ci sono saliti apposta su quel tetto, un mese esatto fa, i ricercatori dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), «perchè tutti sappiano che cosa si sta distruggendo». Si sono inventati di tutto, Marco, Michela, Andeka, Emma, Ivan e tutti gli altri che da un mese hanno fermato le loro vite, dottorati e matrimoni, contro «il terrore di essere invisibili». Hanno stampato magliette, realizzato un video, scritto lettere e stampato comunicati, mentre una webcam segue giorno dopo giorno la loro protesta (www.nonsparateallaricerca.org). Dentro al tendone che campeggia sul tetto hanno addobbato anche un piccolo albero di natale, anzi due, a quello classico ne hanno affiancato uno precario. Hanno raccolto la solidarietà del quartiere, ma non una parola da parte del ministero dell’ambiente di cui l’Ispra costituisce il supporto tecnico scientifico. Anche questa è l’Italia. Un paese con 8 mila chilometri di coste che butta alle ortiche la ricerca sul mare (e non solo quella naturalmente). Un …

«Le feste di Natale ai tempi della crisi», di Maurizio Minnucci

Fiat, ma non solo. Se la vertenza del Lingotto è quella che fa più scalpore, a quarant’anni dall’autunno caldo (qui lo speciale) è in corso una nuova stagione di lotte per il lavoro, complice da una parte la grande crisi mondiale, dall’altra qualche azienda che ne ha voluto approfittare. La vicenda simbolo dell’estate, quella della Innse di Milano, ha fatto da apripista: nei mesi successivi la protesta si è allargata da Nord a Sud, trovando un punto d’incontro nella manifestazione della Cgil lo scorso 14 novembre a Piazza del Popolo. Ricapitolando, mentre c’è chi già intravede la fine della recessione, le statistiche ufficiali descrivono un Natale che verrà ricordato per la scarsezza dei regali: lo conferma l’Istat che, evidenziando come siano oltre 500mila i posti persi soltanto nel terzo trimestre del 2009, lascia pochi dubbi sulla pesantezza della crisi e sui suoi effetti. ADDIO TERMINI IMERESE. Volti scuri, poca voglia di parlare, tanta rabbia. Gli operai della Fiat e delle aziende dell’indotto sono tornati a Termini Imerese, dopo la manifestazione in piazza Montecitorio a Roma, …

«Ecco cosa attende la scuola nel 2010», di Claudio Tucci

Dal 1° settembre 2010 partirà il primo anno dei nuovi licei. In primavera, dovrebbe, invece, essere pronta l’anagrafe edilizia completa di tutte le scuole (la si aspetta da almeno 10 anni), mentre i presidi, in queste ore, stanno ricevendo le istruzioni su come spendere (i pochi) soldi in arrivo per il nuovo anno: le ditte esterne di pulizia andranno pagate il 25% in meno, per supplenze e funzionamento bisognerà arrangiarsi con gli stessi fondi utilizzati nel 2009 e il miliardo di euro di arretrati, che gli istituti scolastici, ancora, vantano nei confronti dello Stato, andrà considerato “fuori bilancio”. E, cioè: che, al momento, non verrà restituito. Si preannuncia un 2010 a “tinte fosche” per la scuola, che dovrà, pure, fare i conti con la seconda rata di tagli confermati dall’attuale Finanziaria: solo per il prossimo anno, Viale Trastevere dovrà contenere i propri costi di 1,6 miliardi di euro. Complessivamente, fino al 2012, l’istruzione è costretta a una cura dimagrante di 7,3 miliardi. Che significa, soprattutto: 131.900 posti di lavoro in meno. Proprio quando, invece, aumentano …

“L’incontro fra l’uomo e l’occasione”, di Barbara Spinelli

Non sono pochi coloro che si domandano, quando perdono la fiducia di poter cambiare il mondo: come si rinasce? E ancora: possibile che non esistano politici forti come Churchill o Luigi Einaudi, capaci di spiegare i mali che incombono senza occultarli, d’indicare la rotta senza temere l’impopolarità? Sono due domande diverse, perché la prima riguarda la responsabilità dell’individuo mentre la seconda concerne la selezione del leader. Ma tutte e due hanno in comune l’angoscia del presente e il desiderio di migliorare la pòlis: di renderla meno tenebrosa, opaca. Di uscire da qualcosa che somiglia a una prigione, dietro le cui inferriate l’occhio stanco s’abitua a vedere poco spazio, poche novità, poco futuro. Non è la prima volta che l’uomo ha avuto quest’impressione di cadere, oggi così intensa: questo senso di grandi occasioni per sempre perdute. Eppure la storia insegna che proprio in quei momenti la mente si sveglia, ricomincia: che proprio allora ridiventiamo uomini che agiscono, che prendono iniziative. Alla vigilia della prima guerra mondiale alcuni spiriti vigili intravidero il collasso, dietro la chimera del …

“Il parlamentismo negato alla manovra finanziaria”, di Guido Rivosecchi

Anche quest’anno l’andamento della manovra finanziaria dimostra la netta divaricazione tra le procedure formali – nelle quali il Governo non risulta sempre adeguatamente garantito rispetto ai corollari della forma di governo parlamentare “razionalizzata” – e le prassi di dubbia legittimità costituzionale, attraverso le quali si determina il surrettizio spostamento del baricentro dell’indirizzo finanziario in favore dell’Esecutivo. Sia nel dibattito politico-istituzionale che in sede scientifica, si ripete da tempo che uno dei limiti della forma di governo parlamentare adottata dalla Costituzione repubblicana risiederebbe nella debolezza dell’Esecutivo, privo – specie se comparato con altri sistemi di governo contemporanei – dei più elementari strumenti organizzativi e normativi per svolgere il proprio indirizzo politico-finanziario attraverso le Camere. Anche a prescindere – in questa sede – da qualsiasi più approfondita considerazione sulle virtù della forma di governo parlamentare “razionalizzata”, sulla quale – a tacer d’altro – l’attuale situazione italiana dovrebbe indurre a ben più meditate riflessioni, la tesi sopra richiamata coglie soltanto uno dei nodi problematici che emerge dalla Costituzione e dai regolamenti parlamentari. Se, invece, si va al di …