Borrelli e il decennale di Craxi: “Stupore e amarezza”, di Antonella Mascali
Francesco Saverio Borrelli è stato il capo del pool mani pulite di Milano. Un punto di riferimento per tutti i magistrati anti corruzione di quella stagione degli anni ’90, iniziata con l’arresto di Mario Chiesa. Molti di loro, ancora in procura, lo rimpiangono. Borrelli, di fronte alla concreta possibilità che si intitoli una strada o un parco a Bettino Craxi non si stupisce “per i tempi che corrono”, ma quando gli parliamo, esercita il suo diritto all’indignazione. “Sono amareggiato di questa proposta e anche sconcertato perché Bettino Craxi, se vogliamo restare ai fatti, è stato un imputato condannato con sentenza definitiva per reati notevolmente gravi e che si è sottratto all’esecuzione della pena. E’ andato all’estero da latitante e da latitante è morto. Prima di pensare a dedicargli una strada, forse sarebbe bene considerare questa sua posizione di latitante”. A dire il vero in molti parlano di esilio, non di latitanza. “Purtroppo questa condizione di latitante non fa più impressione perché, ahimè, ci siamo abituati nel tempo a tenere sempre in minor conto quello che …